“Con la nuova legge che abbiamo promosso non colpiremo solo il caporale, che è solo uno degli anelli della catena, ma anche le imprese agricole che utilizzano questo tipo di lavoro a nero”. La guerra al caporalato e alla nuova forma di schiavitù parte proprio dalla Puglia: oggi il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, ha partecipato ad un incontro in prefettura, a Foggia, al quale hanno partecipato tutti i soggetti interessati.
rn
Non a caso la riunione si è tenuta in Capitanata, la terra dove maggiormente si è sviluppato questo fenomeno criminale che vede migliaia di immigrati, molti dei quali clandestini, lavorare nelle campagne con stipendi da fame e in condizioni disumane. “Non parliamo di sfruttamento del lavoro, non parliamo di lavoro nero, parliamo di qualcosa – ha ammesso il Guardasigilli – che riguarda, secondo alcune Procure, la riduzione in schiavitù. Stiamo parlando di un passo all’indietro di secoli, non di un ritardo di qualche decennio”. Insomma, un problema molto sentito e sul quale indagano quattro Procure diverse: la Dda di Bari e quella di Lecce, che si stanno occupando di come i migranti vengono reclutati all’estero e portati sino in Puglia, e la magistratura ordinaria di Foggia e Andria.
rn
Il ministro ha assicurato che la Puglia non “deve sentirsi sola” perché “il governo sta portando avanti un provvedimento, che oggi abbiamo sottoposto anche all’attenzione delle forze sociali foggiane, e che vedrà la luce sicuramente entro la fine dell’anno e che affronterà alcuni dei nodi che hanno portato alla crescita e allo sviluppo di questa inaccettabile piaga”. Uno strumento di legge che “non ha – spiega Orlando – l’ambizione di cancellare i problemi dell’agricoltura, ma ha l’ambizione di cancellare una inaccettabile piaga che è incompatibile con la civiltà del nostro Paese. Oggi è difficile dimostrare la dimensione dell’intermediazione, oggi la legge colpisce soltanto il caporale che sostanzialmente è uno degli anelli della catena. La nuova norma mira a corresponsabilizzare anche le imprese agricole che utilizzano questo tipo di lavoro, in modo da consentire anche una contestazione più agevole del reato”. Chi collaborerà con forze dell’ordine e pubblici ministeri “avranno un favour”, dice ancora il ministro. “Anche le aziende che rispetteranno le regole saranno agevolate, avranno una premialità. La discussione di oggi si è incentrata prevalentemente su quali possono essere gli ulteriori elementi di premialità e penalizzazione per le imprese che rispettano o non rispettano la legge”
rn