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Sanità in emergenza, anche dopo i tagli negli ospedali mancheranno 5mila lavoratori

Pubblicato da: Vincenzo Damiani | Mer, 22 Marzo 2023 - 10:32

BARI – Ad oggi negli ospedali pugliesi mancano circa 9mila dipendenti, tra dirigenti medici, dirigenti sanitari, infermieri, tecnici sanitari, professionisti della riabilitazione, operatori socio sanitari e ausiliari. Un forte deficit nella pianta organica che non verrà risolto nemmeno dopo l’attuazione del piano di riordino e la chiusura di alcune strutture e reparti. Infatti, attualmente sono in servizio 21.670 lavoratori, il reale fabbisogno invece è di 30.302.

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Dopo il riordino mancheranno 5mila lavoratori all’appello

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Dopo i tagli annunciati dalla giunta Emiliano il fabbisogno negli ospedali resterà superiore al numero di dipendenti in servizio: stando ai calcoli della Regione Puglia, si passerà dai 30.302 lavoratori necessari oggi a 26.004 operatori. I calcoli sono semplici: rispetto ai 21.670 lavoratori disponibili, c’è un vuoto di quasi 5mila unità. Se il sistema sanitario pugliese è in affanno lo è anche (non solo) perché paga questa voragine nelle piante organiche. Andando nel dettaglio, le figure che mancano maggiormente sono quelle del dirigente medico, dell’operatore socio sanitario e dell’ausiliario, invece, a sorpresa, con il riordino ospedaliero l’attuale numero di infermieri (12mila) sarà sufficiente al reale fabbisogno (11.143). Anche dopo il taglio degli ospedali e dei reparti, il sistema sanitario pugliese avrà bisogno ancora di quasi 1.500 medici, di quasi 3mila operatori socio sanitari e di circa 1.350 ausiliari.

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In difficoltà anche la rete di emergenza-urgenza

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Diverso è il discorso per il sistema di emergenza e urgenza e cure intensive: oggi sono a lavoro 4.675, il fabbisogno calcolato è di 7.385 operatori. Per la precisione, c’è una carenza di 772 medici, 865 infermieri, 22 tecnici sanitari, 800 operatori socio sanitari e 251 ausiliari. Per cercare di tamponare questa emorragia, la giunta Emiliano lo scorso luglio ha autorizzato lo sblocco delle deroghe per permettere ai direttori generali delle Asl di assumere, complessivamente sono stati messi a disposizione poco più di 51 milioni di euro.

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