E’ stata persa un’altra buona occasione. La politica – nel caso specifico quella barese – ha avuto la possibilità di dimostrare di essere matura, di saper far quadrato quando è necessario e doveroso, di avere buon senso ed invece ha sprecato la chance di dare l’esempio ai suoi cittadini. Ci riferiamo alla vicenda Valenzano e a quel messaggio mafioso – non può essere definito altrimenti – impresso sulla mongolfiera lanciata in cielo lo scorso 16 agosto al termine delle festa patronale di San Rocco.
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Il caso è stato denunciato dal deputato del Pd Dario Ginefra, i media locali e nazionali se ne sono immediatamente – e doverosamente – occupati. Non poteva e non doveva passare inosservata quella frase scritta a caratteri cubitali dai Buscemi, famiglia considerata da Dda e forze dell’ordine vicina al clan Parisi-Stramaglia, uno dei più potenti di Puglia. Ci si aspettava, a questo punto, una presa di posizione netta da parte di tutti, a cominciare da chi riveste un ruolo pubblico di primo piano, come il sindaco ad esempio. Tutti uniti dalla stessa parte per dire – solo ed esclusivamente – “la mafia ci fa schifo” e non permetteremo che inquini il nostro territorio con messaggi pericolosi. Non le permetteremo di “occupare” spazi.
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Ed invece cosa succede? Accade che su facebook, e non solo, si scatena la rissa politica: il sindaco di Valenzano, Antonio Lomoro, eletto grazie al sostegno di diverse liste civiche ma politicamente distante dal Pd, invita il deputato Ginefra a chiedere scusa ai suoi concittadini per aver infangato il nome del paese, associandolo alla mafia. Il parlamentare dem replica, a ruota lo segue Decaro, anch’egli tirato in ballo dal suo collega. Il sindaco convoca un consiglio comunale “urgente”, ad hoc, non per capire come sia stata possibile una distrazione del genere, come sia stato possibile che quel messaggio finisse sulla tradizionale mongolfiera di fine festa. No. Convoca il Consiglio mettendo all’ordine del giorno “l’interrogazione del deputato Dario Ginefra in Parlamento”. Come se il nodo della questione non fosse il rischio che la criminalità possa penetrare nel tessuto sociale sano attraverso azioni subdole e di forza, ma l’interrogazione parlamentare stessa. E’ come guardare il dito e non la luna.
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Ci saremmo aspettati le barricate, quelle contro la mafia. Le barricate si sono alzate, ma ancora una volta quelle tra fazioni politiche in difesa non del bene comune. Nella lotta alla criminalità – ce lo hanno insegnato eroi come Falcone e Borsellino – sottovalutare è il primo errore. Anche una “banale” frase su una mongolfiera è segnale di prepotenza, è la chiara volontà di imporre la propria forza e di mostrare di avere gli strumenti. Peccato, è stata persa un’altra occasione. Eppure sarebbe bastato poco, ad esempio “chiudere” il post su facebook con l’invito al sindaco Antonio Decaro e al deputato Dario Ginefra a partecipare ad una fiaccolata contro la criminalità. Punto. Sarebbe bastato un punto lì, perché a chiedere scusa ai valenzanesi e a tutti i cittadini onesti devono essere i mafiosi.