Ad un mese dal disastro ferroviario che è costato la vita a 23 persone sulla tratta Andria – Corato, il procuratore capo facente funzione Francesco Giannella e i pm Michele Ruggiero e Alessandro Pesce hanno prima incontrato i familiari delle vittime e successivamente hanno tenuto un incontro con i giornalisti per fornire aggiornamenti sull’inchiesta in corso.
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L’indagine
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Ed è proprio Giannella a dare indicazioni sulla dinamica dello scontro. “Non c’è alcun segno di frenata dei due treni. Il primo, proveniente da Corato, andava a 100 chilometri all’ora e il secondo, proveniente da Andria, a 90. I due macchinisti non si sono visti e non hanno avuto un attimo per una manovra di emergenza”.
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Allo stato sono stati scaricati i dati di bordo nelle scatole nere dei treni incidentati per analizzare il traffico delle vetture. Sono risultati difformità cronologiche e disallineamenti tra le registrazioni delle due memorie di bordo presenti sui convogli coinvolti; ci sono verifiche sulle potenzialità di controllo del centro coordinatore del traffico della Ferrotramviaria di Bari-Fesca. Si sta inoltre facendo luce sul passato, acquisendo dati su eventuali mancati incidenti sulle tratte a binario unico con blocco telefonico, non solo in Puglia.
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La procura sta svolgendo analisi anche sulle difformità dei regolamenti sulla sicurezza diversi tra la rete locale e quella nazionale ed infine sulla questione dei finanziamenti europei è al vaglio un’indagine per capire come e se sono stati utilizzati.
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Sono sei gli indagati: Massimo Nitti direttore generale di Ferrotramviaria, Gloria Pasquini presidente di Ferrotramviaria, Michele Ronchi direttore di esercizio, Alessio Porcelli e Vito Piccarreta capistazione di Corato e Andria e il capotreno Nicola Lorizzo.
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I parenti delle vittime
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“È una tragedia quella che è successa e siamo distrutti, il procuratore ha avuto parole di consolazione ma dicono che siamo a metà strada”. Lo afferma Michela Merra, sorella di Benedetta una delle 23 vittime dello scontro tra i due treni della Ferrotranviaria sulla tratta Andria-Corato dello scorso 12 luglio. “Mia sorella – aggiunge parlando con i giornalisti poco prima di incontrare con altri parenti delle vittime i pm tranesi – ha lasciato due figli, e pensare che quattro minuti dopo sarebbe arrivata ad Andria; siamo distrutti”.
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