“Il parco del Castello si deve realizzare e quell’ecomostro (davanti a largo Santa Chiara)deve essere fermato”. Il comitato del parco del Castello prosegue la sua battaglia per fare rispettare il vincolo imposto nel 1930 dal Ministro della Pubblica Istruzione (a quel tempo competente in materia di beni culturali) sull’area circostante il Castello medioevale che si erge a pochi metri di distanza.
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“Lo dice la Procura Generale della Corte d’Appello di Bari – spiegano i membri del comitato durante un incontro con la stampa – nello stesso atto in cui respinge l’istanza proposta dal comitato per indurla ad avocare a sé le indagini penali concluse dalla Procura del Tribunale con richiesta di archiviazione nei confronti del Sovrintendente per i Beni Architettonici e Paesaggistici e del Provveditore alle Opere Pubbliche di Puglia e Basilicata. L’offesa al bene culturale c’è, dichiara la Procura Generale, ma non è perseguibile in sede penale perché non si ravvisa il dolo dei funzionari della Sovrintendenza quando dichiaravano ‘con superficialità e negligenza’ che l’area era libera da ogni vincolo”. In attesa che il Consiglio di Stato si esprima a ottobre, dopo che il Tar ha dato ragione al Provveditorato delle opere pubbliche, facendo quindi continuare i lavori, il comitato chiede una presa di posizione chiara da parte del Comune. Da sempre al loro fianco, ma che in una delibera del primo giugno ha dichiarato che “la lite giudiziaria per la protezione della cornice paesaggistica del castello è affare che riguarda il Comitato dei cittadini e lo Stato italiano”.rn”Il torto di massa inferto da un organo dello Stato italiano ‘superficiale e negligente’ – concludono – è ormai pacifico, ma le istituzioni dello stesso Stato e l’ente locale direttamente colpito che dovrebbero intervenire a riparare il torto e a ripristinare la legalità sembrano per parte loro orientati, essi quantomeno lucidamente, a chiudere entrambi gli occhi”. Il comitato chiede quindi il ritiro della delibera comunale.