Non c’è pace per l’ex Gasometro, un’area da 20mila metri quadrati in corso Mazzini, contaminata da metalli, idrocarburi e altre sostanze nocive provenienti dalla fabbrica che ha funzionato nel cuore del Libertà fino al 1968. Tutti materiali che hanno pesantemente inquinato la falda acquifera sottostante.
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La storia
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Il cantiere è stato aperto nel 2011 e doveva concludersi a distanza di due anni, ma ha subito continui ritardi fino alla prima interruzione nel luglio del 2014, quando la ditta vincitrice dell’appalto ha deciso di lasciare. Nel corso dei lavori infatti è stata riscontrata la presenza di altri manufatti in amianto su vaste aree come ad esempio le fondamenta di due dei tre gasometri esistenti e una maggiore contaminazione della falda sotterranea. È stato quindi necessario apportare modifiche al progetto iniziale con ulteriori fondi: quattro milioni e 700mila euro che il Comune ha deciso di chiedere alla Regione.
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I lavori sono ripresi, ma anche questa volta sono stati riscontrati più materiali inquinanti rispetto al preventivato e quello che doveva essere un cantiere finito adesso necessita di ulteriori due mesi di lavori. Al momento comunque le ruspe sono ferme, in attesa che l’Arpa comunichi alla ditta che l’area non è più inquinata. Lo ha stabilito, con una determina dirigenziale, la ripartizione Ambiente.
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La perizia di variante
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La direzione dei lavori il 2 agosto ha comunicato all’amministrazione gli imprevisti riscontrati: maggiori quantitativi di rifiuti da smaltire e tipologie di rifiuti non previste, per un totale di 13mila tonnellate contro le 8mila e 751 preventivate. La ditta ha inoltre riscontrato la presenza di alcuni rifiuti pericolosi che dovevano essere smaltiti all’estero, caratterizzati all’interno sia da amianto che da idrocarburi.
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Il Comune, accertato quanto affermato dalla ditta, ha deciso quindi di approvare una perizia di variante e una proroga di ulteriori 65 giorni. Concedendo un’ulteriore somma di 283 mila euro per la conclusione degli interventi. Attualmente i rifiuti sono stati tutti rimossi e si è in attesa del via libera dell’Arpa per procedere alla copertura degli scavi.
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In realtà la bonifica della falda acquifera richiederà almeno otto anni e nel frattempo sull’ex Gasometro sorgerà un parco pubblico attrezzato con strutture sportive, ludiche, parcheggi e servizi, grazie ai fondi della Regione di circa 6 milioni e 600mila euro.
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