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A Bari il mondo dell’innovazione sociale, della ricerca e della didattica più sperimentali issa la bandiera dei pirati. Ossia il simbolo della Scuola Open Source (Sos), la startup barese che col suo peculiare taglio, incentrato su modelli aperti e in continua evoluzione, è l’unico progetto del Sud (fra 700 da tutta Italia) ad essersi aggiudicato uno dei tre premi del bando Che-Fare per le migliori idee di innovazione sociale e culturale.
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A far prendere il volo a quello che si configura come “Istituto Didattico e Centro di Ricerca e Consulenza Artistica e Tecnologica per l’Industria, il Commercio e l’Artigianato (digitale e non)”, rivolto al settore pubblico come alle imprese e a singole categorie, dai più giovani fino a professionisti e manager, è stato un triplice laboratorio di coprogettazione, XYZ. Evento che ha strutturato operativamente identità, strumenti e processi di funzionamento della Scuola, in vista dell’apertura a ottobre delle sue attività all’Isolato 47 in Strada Lamberti, la sede-hackerspace ottenuta grazie a una preziosa e lungimirante partnership col Politecnico, favorita dal Comune di Bari (altro partner, assieme a Isia Urbino e Legaoop). Epicentro sarà dunque la città vecchia, il territorio; ma la vocazione è nazionale e internazionale. All’insegna dell’emblematico leit-motiv “L’innovazione è sempre sociale, altrimenti è speculazione sull’ignoranza degli altri”.
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Per 12 giorni, dunque, fino allo scorso weekend, 24 docenti di fama internazionale e tutor (intervenuti senza compensi) assieme ai 60 partecipanti (con spese a proprio carico) selezionati fra 199 richieste dall’Italia e dall’estero, hanno animato da mattina a sera i tavoli – arricchiti da 24 talk tematici aperti a tutti, caricati sul canale youtube Sos – della Sala Murat, messa a disposizione da Impact Hub Bari, e del vicino Isolato 47.
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Una full immersion a base di multidisciplinarietà, cooperazione e osmosi di competanze che ha fruttato la diretta creazione della Scuola da parte della sua comunità aperta, formata da artigiani digitali, maker, artisti, designer, programmatori, progettisti, esperti di tecnologia, scienza, arti visuali, robotica, domotica, biologia, elettronica. In due parole, esploratori e sperimentatori. Per un hub di compentenze e professionalità.
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E se la parola d’ordine è aggregare per sperimentare nuovi modelli aperti di ricerca, didattica, mentoring e co-living, ossia i quattro cardini della Scuola, ciò avverrà secondo i dettami emersi in XYZ. “A partire dall’identità, il cui laboratorio – spiega il direttore didattico Alessandro Tartaglia – ha fruttato ad esempio il corredo iconografico, la creazione di un font ad hoc, sito web e sistemi editoriali; poi gli strumenti: software gestionale, hardware (come Arduino e Raspberry) per accesso h24 alla Scuola, open data; infine i processi: moduli didattici e criteri di valutazione, progetti di ricerca, utilizzo di spazi e macchine a seconda che si tratti di pubbliche amministrazioni, imprese o singole categorie di fruitori. Individuando come integrarsi con i territori, gli stakeholder e i partner. Ma l’essenza è che tutto ciò non rappresenterà mai un risultato finale, ma è un continuo divenire, un costante work in progress che si nutrirà di implementazioni e mutazioni”. In linea con i modelli ispiratori: da Walter Gropius e la sua scuola Bauhaus alla fabbrica di Adriano Olivetti, dalla comunità scacchistica di Roycroft al metodo dell’Accademia Platonica.
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Infine, qualche dato: XYZ – sintetizzando le voci di chi l’ha vissuto, “un’esperienza esaltante, totalizzante; una incredibile opportunità di condivisione dei saperi, di confronto e crescita personale e professionale; un vortice generatore di opportunità” – ha registrato numeri impressionanti sui social. Ben 110mila persone raggiunte su facebook, incrementando la base di followers di oltre mille contatti; tremila utenti media per ogni contenuto postato (5-6 al giorno); 10mila visualizzazioni per ogni video giornaliero; 79mila nuove persone raggiunte rispetto all’audience abituale della pagina.
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Per la cronaca, il movimento di persone portate a Bari per le due settimane ha generato, stima la Scuola, un indotto di 25mila euro, fra alloggi e vitto. Insomma, anche i pirati generano valore.
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www.lascuolaopensource.xyz – info@lascuolaopensource.xyz – fb e youtube: La Scuola Open Source