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Tre stanze per Jodiz-UK, esposizione di opere di Umberto Kühtz

Pubblicato da: redazione | Mer, 22 Marzo 2023 - 10:18
Immagine Umberto Kuhtz

ISTITUTO VITTORIO EMANUELE di GIOVINAZZO 5-12 agosto 2016

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allestimento di Biagio Lieti

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Jodiz è la sigla che spesso Umberto Kühtz affianca alle iniziali per firmare i suoi lavori; due sillabe che richiamano un luogo delle sue origini, Joditz, con la t: cittadina situata nella valle della Saale ad appena dieci chilometri dall’importante città di Hof, luogo di nascita di Alfredo, il padre di Umberto. Umberto firma i suoi disegni e suoi dipinti con il nome di un luogo, ci dice che è egli stesso un luogo, oltre che un uomo, esprimendo in tal modo il più alto senso dell’essere comunitario.

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“Tre stanze per Jodiz-Uk” vuole essere una mostra-luogo, un’unica estesa opera site-specific realizzata con gli infiniti supporti utilizzati da Umberto, una molteplicità che racconta l’urgenza della sua ricerca e del suo essere architetto, uomo, poeta e artista.

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L’arco di tempo nel quale sono stati realizzati i lavori in mostra, va dagli anni ’40 fino ai primissimi giorni del 2016: oltre sessant’anni di vita, attraverso i quali emerge il continuo tentativo di ritrovare il nuovo, grazie alla sperimentazione nelle tecniche e nella scelta dei soggetti.

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Umberto Ugo Kühtz, pugliese, si trova ad esserlo per adozione e per destino. Fra i nonni materni di Conegliano Veneto e quelli paterni tedeschi, pareva improbabile che si ritrovasse bimbo a crescere e vivere nel tacco d’Italia. Fu il padre di Umberto, Alfredo, a venire in Italia. Dopo la prima guerra mondiale, a causa della scarsità di lavoro in Germania, arrivò a Padova per studiare e lavorare come agronomo nel vivaio in cui poi conobbe la moglie. Umberto, il 29 giugno 1929, nacque a Padova, ma subito partì per la Puglia con i genitori, che decisero di trasferirsi a Bitonto, dove il padre poté lavorare nell’ azienda agricola dello zio materno, enologo. Bitontina l’infanzia e l’adolescenza. Bitontino il primo verso. Si laureò in Architettura. Sindaco di Bitonto dal 1994 al 1998. Uomo d’animo nobile e lontano mille miglia e pure di più dai giochetti stantii della stantia politica, diranno di lui ricordando questa parentesi politica. Duraturo e continuo il legame con l’architettura, la poesia e la pittura. Duraturo e continuo il legame con la poesia e la pittura, strettissimo il legame con il suo amato lavoro di architetto. Umberto si è spento improvvisamente la mattina del 10 gennaio 2016 a Bari, nella sua casa.

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Dal 2015 stava lavorando insieme all’amico ed occhio attento e sensibile, Biagio Lieti, alla classificazione di tutte le sue opere, per una grande mostra comprensiva del suo creato. Questa di Giovinazzo è una tappa intermedia per mostrare alcune delle sue opere prima della grande mostra prevista per ottobre a Bitonto, sua città d’adozione. La figlia Silvana e Francesco Paolo del Re leggeranno alcune poesie di Umberto durante il vernissage del 5 agosto alle 21.

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