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“Non penso che oggi ci sia nulla da festeggiare. Con questa firma mettiamo la parola fine ad una brutta pagina della storia della città. Una storia che ha segnato la sofferenza di tante famiglie baresi, lo dobbiamo a loro”. Così il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti introduce l’accordo sulla bonifica e futura trasformazione in parco urbano dell’ex Fibronit.
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rnrnIl documento, siglato questa mattina a Palazzo di città dal ministro, dal presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, dal sindaco di Bari Antonio Decaro e dal vicesindaco della Città metropolitana Michele Abbaticchio può rappresentare per molti solo un atto formale. Ma si tratta invece di una boccata di ossigeno per chi ha lottato per decenni contro la Fibronit e l’amianto.rnrn
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rnrnA partire da settembre l’ex fabbrica della morte del rione Japigia, che ha causato oltre 400 vittime (tra operai e residenti) per mesotelioma pleurico (il tumore causato dalle fibre di amianto), sarà bonificata e diventerà un parco. “Abbiamo deciso – ha spiegato il sindaco di Bari Antonio Decaro – di intitolare il futuro parco che sorgerà sull’area dell’ex Fibronit ‘il parco della vita’, ci è sembrato il modo più giusto per dare un nuovo significato a quell’area che ospitava la fabbrica della morte”.rnrn
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rnrnAll’avvio dei lavori sarà presente anche il ministro Galletti. “La bonifica della Fibronit, così come quelle del Gasometro e di Torre Quetta – ha spiegato il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano – è un processo ormai completato. Eppure ci sono ancora tante aree in Puglia in cui sono stati commessi dei reati gravi contro la salute dei cittadini pugliesi, che ci contesta l’Europa. Io vi prometto che non ci fermeremo qui, andremo avanti a completare le operazioni di bonifica in tutte le aree in cui viene messa in pericolo la salute degli abitanti di questo territorio. E lo faremo senza guardare in faccia nessuno. E’ una cosa che mi è stata chiesta quando ero sindaco di Bari, durante una manifestazione a Madonnella. E sono grato al sindaco Decaro che oggi mi ha permesso di portare avanti il primo passo di questa lotta”.rnrn
rn“Il mio lavoro – ha aggiunto Galletti – sarà più complesso di quello di Emiliano. Io non mi fermerò finché la salute di tutti gli italiani sarà al sicuro. Nel nostro Paese ci sono 44mila siti da bonificare, anzi probabilmente anche di più, perché molte regioni non ci hanno fornito dati completi. Quello che stiamo facendo a Bari dimostra che basta volerle fare le cose e ci si riesce. Purtroppo ci arriviamo con molto ritardo a questa operazione di bonifica della Fibronit, non per colpa di chi è qui oggi, ma per delle responsabilità che si sono succedute”.rnrn
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Cosa prevede l’intesa di oggi
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rnrnL’accordo definisce la destinazione d’uso delle aree oggetto di intervento, il dettaglio dei lavori da attuare, il progetto di valorizzazione delle aree da bonificare, il piano economico e finanziario, con indicazione delle risorse finanziarie necessarie per ogni singola area.rnrn
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In sostanza ciascun ente si impegna non solo a bonificare, a monitorare gli interventi dal punto di vista ambientale, ma anche a realizzare il parco che sarà dedicato alle vittime dell’amianto.
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I contenziosi e i ritardi
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Con l’amministrazione Emiliano e sotto l’allora assessore all’Ambiente Maria Maugeri è stato realizzato il primo intervento di bonifica, iniziato nel 2005 e conclusosi il 21 giugno del 2007. I capannoni sono stati svuotati dalle mura e dalle tettoie e sono stati rimossi 900mila chili di amianto.
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rnrnSubito dopo è cominciata la trafila per la seconda bonifica, quella definitiva. Il progetto ha ottenuto il via libera del Ministero e il finanziamento di 11 milioni di euro della Regione.rnrn
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Il bando per la bonifica definitiva è stato pubblicato nel maggio del 2013. Nel luglio del 2014 è avvenuta la prima aggiudicazione e da allora si sono susseguiti diversi ricorsi che hanno rallentato una delle opere più importanti per la città di Bari. A distanza di tre anni di burocrazia e aule di tribunale, l’amministrazione, guidata dal sindaco Antonio Decaro, ha deciso di procedere ugualmente all’aggiudicazione definitiva all’Ati con capogruppo Teorema, che ha presentato un’offerta di 9 milioni e 800mila euro.
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rnrnIl progettornrnIl progetto di bonifica, finalizzato a neutralizzare ogni traccia di amianto dal sottosuolo dell’area, prevede la realizzazione di tensostrutture in decompressione in cui verranno frantumate le macerie contaminate e stoccate nella zona nord del sito. Al termine delle operazioni, il sito sarà messo in sicurezza grazie all’impiego di speciali pacchetti di isolamento, una sorta di strati impermeabili, che verranno ricoperti da terreno. Alla fine dell’intervento l’area sarà caratterizzata da una serie di collinette artificiali. La durata del cantiere è stimata in 750 giorni.rnrnSi procederà a fasi: dall’allestimento del cantiere alla demolizione del torrino, dei tre silos più alti, dei capannoni, della palazzina uffici. Costante sarà il monitoraggio dell’Arpa.rnrn
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Il parco
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Al termine della bonifica definitiva su quell’area di 100mila metri quadri sarà realizzato il più grande parco pubblico della città di Bari, dedicato a tutte le persone che sono morte per mesotelioma pleurico. Il piano di fattibilità del parco predisposto dagli uffici comunali è stato candidato ai finanziamenti europei, per un investimento di circa 10 milioni di euro.