“Facciamo il nostro lavoro con orgoglio”. Ed era proprio l’orgoglio e la passione a legare la famiglia Bruscella, che per tre generazioni ha portato avanti l’attività, realizzando spettacoli pirotecnici in tutta Italia e anche all’estero, in Cina ad esempio.
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La storia
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La ditta era nel settore dal 1900, guidata dal cavaliere Michele Bruscella. Passerà poi nelle mani di Bartolomeo ed infine di Michele Bruscella (una delle vittime) che con i suoi zii Antonio (sopravvissuto) e Vincenzo Bruscella (scomparso anche lui) costituiranno la nuova gestione “Eredi”, nel 2012.
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La ditta era conosciuta in Italia e all’estero. Aveva ottenuto anche premi prestigiosi e riconoscimenti al festival internazionale di Montecarlo, al concorso mondiale di fuochi d’artificio in Quebec, al Conchia d’oro in Spagna.
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Già nel 1959 un’altra esplosione causò sette vittime, tutte in famiglia. Poi l’azienda fu riaperta e si è andato avanti. Fino al 24 luglio del 2015 quando un’altra terribile esplosione ha raso al suolo tutto ciò che era stato costruito in decenni di attività, uccidendo dieci persone.
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Le vittime
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Michele Bruscella, aveva 43 anni ed era socio della ditta insieme agli zii, Antonio e Vincenzo. Fratello di Angela Bruscella, era nipote del cavalier Michele Bruscella, fondatore dell’azienda. Michele era definito un ragazzo geniale, creativo, sempre alla ricerca di novità nel campo pirotecnico. Era lui infatti a progettare gli spettacoli ed aveva introdotto gli innovativi fuochi acquatici e musicali. Era sposato e papà di due figli.
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Riccardo Postiglione, aveva 20 anni, napoletano, studente di Ingegneria a Napoli. Anche per lui i fuochi pirotecnici erano una passione e si stava specializzando proprio nel ruolo dell’informatica nell’organizzazione degli spettacoli musicali. Si trovava a Modugno per motivi di studio, stava svolgendo una sorta di stage.
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Nigah Kumar 29 anni, indiano, fu identificato attraverso un tatuaggio. Trasferitosi in Italia dieci anni fa, aveva trovato impiego nella ditta di fuochi d’artificio di Modugno. La prima esplosione potrebbe essere avvenuta proprio dove si trovava lui.
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Giuseppe Pellegrino, 40 anni, era un esperto di fuochi pirotecnici, amico intimo dei Bruscella, lavorava come operaio. Il giorno dell’esplosione era in azienda per trovare un accordo con Michele per uno spettacolo a Castellana Grotte, il suo paese.
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Michele Pellicani, 40 anni, cugino di Michele, lavorava per l’azienda di famiglia. Era sposato con due figlie.
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Vincenzo De Chirico, 69 anni, pensionato, amico del papà di Michele, Bartolomeo, era appassionato di fuochi pirotecnici e aveva un appuntamento quella mattina con Michele. Si trovava lì, quindi, per una sfortunata casualità. De Chirico aveva lavorato per anni in un’azienda della zona industriale di Bari.
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Merja Samir, 28enne, albanese: aveva lavorato sei anni prima per i Bruscella. Ma poi, a causa di un incidente mentre preparava i botti (si ustionò il viso e le braccia) dovette lasciare per due anni. Era stato riassunto dai Bruscella pochi mesi prima della tragedia.
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Vincenzo Armenise, 39 anni, marito di Angela Bruscella e cognato di Michele Bruscella. Era un’ex operaio della Om in mobilità e padre di due figli. Era in azienda per salutare la moglie.
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Banga Harbaajan, di 41 anni, indiano, era diventato papà da appena 4 mesi di una bimba
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Vincenzo Bruscella aveva 66 anni ed era il direttore di produzione della ditta. Era lo zio di Michele e fratello maggiore di Antonio. Aveva due figli ed era nonno. È morto dopo 5 giorni di agonia, è stata la decima vittima.
rn(video realizzato da Carla De Stefano)