Parlando della nostra vita e di quello che succede potremmo avere due tipi di approcci:rnrn1: sono io l’artefice del mio destino, ciò che mi accade è frutto delle mie decisioni e azioni;rnrn2: non ho il pieno controllo della mia vita, molto è deciso dal caso.rnrnSe stiamo guidando, quindi, potremo pensare che molto di quello che succederà dipende da noi e quindi utilizziamo le giuste accortezze, non facendo sorpassi azzardati, mettendo la cintura di sicurezza a noi e ai nostri figli, non superando eccessivamente i limiti di velocità, oppure possiamo pensare che in realtà non possiamo controllare proprio niente, che se troviamo qualche spericolato che viaggia contromano non avremo il minimo potere su quello che succederà, quindi qualsiasi accortezza sarà vana perché “ognuno ha il suo tempo”. Il “locus of control” è infatti la misura in cui le persone percepiscono i risultati ottenuti come governati dalle loro azioni o dal caso.rnrnForse non abbiamo il pieno controllo di ogni aspetto della nostra vita, ma sentirci i responsabili di essa ci porta ad essere più responsabili, ad agire seguendo una strada delineata che segue la direzione della nostra vita, e non una direzione a caso. Se tutti avessimo un locus of control interno, se tutti pensassimo di essere gli artefici del nostro destino, non attribuendo tutto al caso, magari eviteremmo di fare un sorpasso in curva, o su un dosso. Se tutti pensassimo che la nostra vita dipenda dai nostri comportamenti e azioni magari, dopo qualche bevanda alcolica di troppo, conoscendo alcuni degli effetti collaterali come attacchi di sonno, mancanza di lucidità, allucinazioni, eviteremmo di guidare. Però succede che l’unico motivo per il quale decidiamo di non guidare è un posto di blocco, perché fondamentalmente la maggior parte dei ragazzi che hanno bevuto se decidono di non mettersi alla guida è solo perché temono il ritiro della patente: ed ecco che abbiamo bisogno di un controllo esterno, di qualcuno che decida per noi, di qualcuno che decida che dobbiamo essere più responsabili, quando proteggere la nostra vita dovrebbe venirci naturale.rnrnC’è da dire anche che tutti pecchiamo di un “ottimismo irrealistico” nei confronti della vita, che è quello che ci porta a pensare che gli eventi negativi colpiscano solo gli altri: rispetto agli altri ognuno di noi pensa di aver minori possibilità di rimanere coinvolto in un incidente, di essere colpito da un tumore, di perdere una persona cara. Questo però va a nostro svantaggio perché se pensiamo di essere immuni a determinati eventi negativi prenderemo minori precauzioni. Chi evita di mettere il casco, di allacciare le cinture, chi nega gli effetti del fumo, chi guida dopo aver assunto sostanze stupefacenti si affida ad un ottimismo illusorio, cieco, che aumenta la possibilità di una caduta.rnrnSono molti gli eventi che non possiamo controllare, ma è grande il contributo che possiamo dare nel controllarne altri. Così facendo non eviteremmo tutte le tragedie, ma potremmo ridurle in parte. Di passi avanti nella gestione della sicurezza stradale se ne sono fatti tanti e resta ancora molto da fare, ma prima di aspettare che cambi qualcosa fuori sarebbe rivoluzionario un cambiamento che parta da ognuno di noi.
Incidenti stradali: le prime norme di sicurezza devono partire da noi stessi
Pubblicato da: dott.ssa Federica Dileone | Mer, 22 Marzo 2023 - 10:05
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