“Ma guarda intorno a te che dono ti hanno fatto, ti hanno inventato il mare, tu dici non ho niente, ti sembra niente il sole, la vita, l’amore?”. rnrnÈ così che Domenico Modugno ha smosso i nostri cuori, aperto i nostri occhi e strozzato un senso di insoddisfazione. È sempre più difficile però tenere a mente queste parole, è sempre più difficile lasciarsi saziare da un tramonto, da un panorama, da un fiore. Adesso, per spingerci ad uscire e guardare il mondo, abbiamo la necessità di essere catapultati in una caccia al tesoro virtuale, che ci porta fuori di casa nella speranza di trovare quanti più esserini immaginari possibili.rnrnMi spiego meglio. In questi giorni ha preso vita un nuovo gioco, “Pokemon Go” che, tramite l’utilizzo della fotocamera e del GPS dello smartphone, crea una “realtà aumentata”, che è diversa dalla realtà virtuale in quanto aggiunge degli elementi alla realtà, quella vera. Nella pratica guardando per strada, nel mare, nei boschi, attraverso lo schermo del nostro smartphone potremo vedere dei Pokemon e quindi catturarli, vincendo sfide e aumentando i punti.rnrnGli aspetti “particolari” potranno essere tanti: persone che camminano guardando la strada attraverso il loro telefono, ragazzi che rallentano il loro veicolo per catturare le loro prede, comitive che improvvisamente fanno gite in ogni luogo per raggiungere i loro Pokemon nei posti più improbabili dove nessuno potrà raggiungerli. Insomma, ancora una volta avremo un elemento in più per diventare vittime della tecnologia.rnrnVorrei concentrarmi però sui possibili effetti positivi di questo gioco. A differenza del gioco d’azzardo patologico che ti lega alle macchinette, o dei giochi virtuali come “Second life” che ti tengono chiuso in casa catapultato nella vita che ti sei creato sul computer, effettivamente “Pokemon Go” perlomeno ti butta fuori casa! Infatti seguendo tra i vari commenti che girano nella rete è possibile leggere “improvvisamente il mio fidanzato vuole uscire la sera per fare una passeggiata”, oppure “ stranamente mio figlio adesso vuole seguirmi ovunque, anche a fare la spesa”, e così tanti altri.rnrnProprio per questo si pensa che questo gioco possa essere un possibile aiuto per combattere alcune patologie come la fobia sociale o la depressione. La motivazione lanciata dalla sfida può essere più forte della paura di dover uscire di casa e può portare chi è colpito dal disinteresse totale per il mondo esterno ad uscire di casa. Chi è affetto da depressione, per esempio, tende ad essere resistente a qualsiasi tipo di attività o di movimento ma questa sfida lancia una motivazione che può portare a svolgere movimento fisico. Certo, il beneficio ha dei limiti in quanto fare una passeggiata, uscire in gruppo per le sfide, esplorare posti nuovi è sempre vincolato dall’uso del proprio smartphone, ma, tenendo conto che per alcuni disturbi come la depressione il movimento è difficile anche solo da immaginare, può essere un buon inizio. Da non dimenticare, inoltre, che un po’ di esercizio porta degli effetti positivi a tutti sull’umore.rnrnSono già molteplici le testimonianze sui social network di persone affette da depressione o ansia sociale che condividono il beneficio ricevuto da questo gioco.rnrnInsomma, nonostante la disperazione che colpirà genitori e partner, è possibile intravedere un barlume di luce che porta in vista dei possibili effetti positivi. Nella speranza che le ricerche avvengano in luoghi di interesse culturale piuttosto che al cimitero nel cuore della notte, auguro una buona caccia a tutti, e se non riuscirete a fermarvi spero che lo facciano la batteria o i GB del vostro smartphone!
Pokemon Go: i possibili effetti positivi su alcune patologie
Pubblicato da: dott.ssa Federica Dileone | Mer, 22 Marzo 2023 - 10:05
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