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Non è certo il momento della polemica politica ma dobbiamo sottolineare che la questione meridionale è una questione culturale prima che economica. Rendere più difficoltoso l’accesso a una parte dei tesori di Puglia significa tenere nascosta una parte del Paese. Ho sempre avversato il meridionalismo piagnone. Non fa parte dello spirito autentico dei pugliesi. E non intendo certo riversare solo su questo Governo ritardi decennali. Non credo che negli ultimi sessant’anni siano mancati soltanto i soldi per investimenti in infrastrutture.rnDa un certo punto in poi è mancata la classe dirigente, a livello nazionale e anche in Puglia. Abbiamo avuto la Cassa per il Mezzogiorno, l’Agensud, le opportunità derivanti dai finanziamenti del Qes, il Quadro economico di sostegno, a livello europeo. Alcuni strumenti ben utilizzati, altri no.
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La Ferrotramviaria non è un esempio di cattiva gestione. Eppure su 83 chilometri di percorrenza oltre la metà sono a binario unico. Non solo. Le procedure non sono ancora quelle ormai da tempo in uso nelle Ferrovie dello Stato. Mi riferisco in particolare al Sistema di controllo marcia treno. E il raddoppio della linea era da tempo finanziato. Poi i soliti tempi per autorizzazioni, espropri e così via. E onestamente non mi sento di dire che l’Istituzione regionale abbia fatto tutto il possibile, soprattutto in termini di tempistica.
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Al presidente del Consiglio, al Governo e a tutti i rappresentanti istituzionali locali chiediamo un impegno concreto come risposta a un evento così tragico”.