[vc_row][vc_column width=”2/3″][vc_row_inner][vc_column_inner][vc_column_text]“Ho trovato un sacco di persone che pretendono di sapere quale sia la Verità su ogni film. Ecco, io vi tranquillizzo, io non sono uno di loro. Perché io non pretendo. Io HO la Verità su questi film. Che vi piaccia o meno. E la Verità è che bisogna prenderli per quelli che sono. Dei film. E se sono brutti riderci sopra.” (Leo Ortolani, dalla prefazione di CineMah! presenta: Il buio in sala)
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Con CineMah! presenta: Il buio in sala, Leo Ortolani rivolge il suo sguardo prezioso sul mondo del cinema, mettendo in scena una critica feroce di alcuni dei blockbuster più fracassoni degli ultimi anni. Durante la lettura del libro, tra una risata e l’altra sorge spontaneo il dubbio: perché andiamo ancora a vedere questi film? Trame inconsistenti, personaggi deboli, dialoghi scritti e recitati ai limiti del ridicolo, cult esausti per l’ennesimo sequel, strizzate d’occhio – J.J.Abrams docet – e reboot: il cinema di genere ci riserva ancora qualche sorpresa positiva? Complice l’atmosfera dell’anteprima, la compagnia dei colleghi e amici, Ortolani sembra non perdersi neanche un appuntamento, divertito al pensiero di come la sua mente riuscirà a trasfigurare i personaggi e le situazioni per trasferirle su carta.
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rnLa lunghezza delle vignette varia a secondo del grado di sintesi che Ortolani riesce a raggiungere, diventando tanto più efficace e ispirato quanto meno spazio riesce a impiegare per rendere il suo pensiero. C’è chi parla di sindrome di Peter Pan, commentando la generazione di quarantenni – di cui fa parte l’autore – svezzati con Star Wars e coi fumetti americani che ora si riversa nei cinema non perdersi l’ennesima interpretazione di Superman, sperando che ogni volta sia quella buona. Abbiamo probabilmente a che fare con una generazione alla ricerca di leggerezza che racconta la sua difficoltà del diventare adulti e cerca ristoro nel buio della sala.
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Le analisi troppo serie, tuttavia, mal si adattano al genere comico-demenziale di cui si vuole, in questa recensione, rivendicare la dignità. Questo è un genere che trova il suo senso nella sospensione di ogni ricerca di senso e di ogni giudizio e che ha un valore inestimabile nel fatto di riuscire a far ridere. C’è quell’ironia che ti fa sorridere e poi riflettere, quella che ti carica di una bella energia positiva che può sfociare – oppure no – in un sorriso e poi c’è questa – preziosa e difficilissime da creare – che ti fa sganasciare dalle risate.
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Ortolani si diverte e diverte, padrone dell’alchimia della risata che ormai, da Rat-man in poi, sa perfettamente come gestire. Insieme a lui, spalla fondamentale del racconto, la comunità del fumetto italiano rappresentata dagli omaggi di tre autori – Roberto Recchioni, Zerocalcare e Giacomo Bevilacqua – e di altri personaggi chiave dell’ambiente, i cui interventi tracciano un affresco della trasformazione dei ritrovi nerd per eccellenza – quali le fiere del fumetto e le proiezioni dei cinecomics – in eventi esclusivi, colti e alla moda.
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Bao Publishing mette a segno un altro colpo con una pubblicazione studiata per il successo, frutto del lavoro di un autore il cui estro può essere racchiuso nell’aforisma di un altro genio che, come lui, ha fatto della leggerezza la sua principale cifra stilistica: “Se sei intelligente puoi fare il cretino ma se sei cretino non puoi essere intelligente” (Woody Allen). Buona lettura e buon divertimento. [/vc_column_text][/vc_column_inner][/vc_row_inner][/vc_column][vc_column width=”1/3″ css=”.vc_custom_1455801643597{background-color: #e2e2e2 !important;}”][vc_single_image source=”featured_image” img_size=”320×500″ alignment=”center”][vc_column_text]
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[table sort=”desc”]rnTitolo,CineMah! presenta: Il buio in salarnEditore,BAO PublishingrnTesti,Leo OrtolanirnDisegni,Leo OrtolanirnColori,Leo Ortolani (copertina)rnFormato,17 x 24 cm – C. – 192 pp – b/nrnPrezzo,€ 17.00rnData di Uscita,26 maggio 2016rn[/table]
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