A partire dall’1 luglio Netflix ha aggiunto una chicca nostalgica al suo palinsesto offrendo, ad appassionati e non, la possibilità di vedere e rivedere tutte e 10 le gloriose stagioni di Friends. Se avete accolto questa notizia con una tiepida alzata di spalle, allora si vede che non avete pienamente compreso la bontà di questa buona nuova; perciò interveniamo noi qui a spiegare perchè, a distanza di 11 anni dalla sua fine, Friends vale ancora la pena di essere visto e rivisto.rnrnI detrattori della serie sono pochissimi a dir la verità e in buona parte il loro numero coincide con quello di coloro i quali hanno vissuto nel più totale isolamento dal World Wide Web e persino da Italia1 dal 1994 al 2004; per loro, appunto vale la pena spiegare in che maniera Friends ha offerto alla generazione di chi scrive (e può ancora offrire a quelle successive) un tipo di intrattenimento unico nel suo genere.rnrnrnrnLa tesi in esame è che la serie creata da David Crane and Marta Kauffman non sia solo uno specchio esilarante della società americana della fine degli anni ’90 ed un capolavoro della cultura pop ma anche, possibilmente, la sitcom migliore mai creata. Sulle spalle del celeberrimo telefilm, addossiamo quindi un primato che, in quest’epoca frenetica di produzione televisiva sembrerebbe difficile da conservare, ma di cui lo show del’94 si può ancora orgogliosamente fregiare.rnrnÈ un dato di fatto, che in diversi modi Friends abbia infatti ispirato e ridefinito la situation comedy come la intendiamo oggi. Lavori successivi difficilmente avrebbero avuto lo stesso successo, se il formato tv non fosse stato reso così di successo da Friends. Il semplice fattto che un gruppo omogeneo, in genere e numero, di persone attraenti e quirky potesse dar vita ad uno show di successo ed esilarante non era così scontato prima che la serie con protagonisti Rachel Green, Joey Tribbiani, Chandler Bing, Pheobe Buffay, Monica Geller e Ross Geller, facesse capolino sul canale USA NBC. Dopo Friends, però la rivoluzione è cominciata e tutti sono corsi ad accaparrarsi un pezzo del suo brand.rnrnrnrnLungi da noi sostenere che Friends sia l’unica comedy ad aver lasciato un segno, è però comprovato che la serie sia quella che ha dato un’iniezione di fiducia alle produzioni successive e ai network per investire nel vastissimo genre. Per esempio, se paragoniamo Friends ad un altro capolavoro indiscusso delle comedy, Seinfeld, possiamo dire che quest’ultimo abbia, sì, inventato un tipo di comedy intima, biografica e incentrata registicamente sullo stand-up (poi copiata da alcuni, tra cui l’esempio più fulgido è quello di Louie), ma rimane anche innegabile che lo show di Jerry Seinfeld sia un prodotto più unico che raro, lirico e sperimentale, difficilissimo da clonare. Friends, d’altrocanto in tutta la sua quotidiana semplicità risulta un prodotto vincente e allo stesso tempo facile da riprodurre, almeno in apparenza. In quest’ottica, ad avvantaggiarsi di studiate similitudini e di questa nuova ventata di fiducia per il genere sono stati show come The Big Bang Theory, How I met your Mother e persino New Girl.rnrnUn altro primato da attribuire alla serie è quello di aver dato vita ad una vera e propria rivoluzione nel mondo spietato della contrattazione seriale, quando ha reso Jennifer Aniston, Courteney Cox, Lisa Kudrow, Matt LeBlanc, David Schwimmer e Matthew Perry i primi attori nella storia della TV a negoziare il loro astronomico salario (1 milione di dollari per puntata per l’ultima stagione) come gruppo. Una volta spianata la strada per questo livello di accordi contrattuali dalle cifre astronomiche e dallo spirito corale, ad approfittarne è stato recentemente il trio di TBBT composto da Kaley Cuoco, Jim Parsons, & Johnny Galecki.rnrnrnrnTralasciando il lato squisitamente economico per quello stilistico, si può dire che Friends abbia consolidato inoltre alcuni trend particolarmente riusciti, come quello di invitare personaggi famosi, guest star, a fare delle comparsate nella serie; un trend cavalcato poi da show come Will&Grace, HIMYM e TBBT. Altri marchi di fabbrica della serie si riferiscono, poi, al suo vastissimo impatto nella cultura pop, a partire dallo slang di Joey Tribbiani, fino ai tagli di capelli modaioli di Rachel/ Jennifer Aniston, passando per quel luogo di culto che è Central Perk (replicato nella forma di bar in franchise in diverse città del mondo).rnrnTuttavia, proprio la suddetta forza della sua cifra stilistica e la qualità immutata della scrittura durante le 10 stagioni rendono Friends incredibilmente accattivante e amato (l’ultimo episodio della serie è il quinto più guardato nella storia delle serie americane, e il più guardato in assoluto nei ’00) ma allo stesso tempo tristemente irrangiugibile per i cloni dello show creatisi nella decadi avvenire. Paradossalemente questo pezzo di storia scritto su una pellicola sgranata rimane quanto di meglio la TV in HD del 2016 ha da offrire e Netflix decide a ragion veduta di onorarla con la giusta visibilità.rnrnOra, tornando a noi e alla tiepida alzata di spalle di prima, spero che abbiate cambiato idea e capito che la vostra reazione all’idea del rewatch non poteva che essere una sola.rnrnrnrn rnrn
Le 10 stagioni di Friends, la sit-com definitiva, sbarcano su Netflix
Pubblicato da: Claudia Carella | Mer, 22 Marzo 2023 - 09:58
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