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Torturarono e violentarono una 70enne dopo la rapina in casa, condannati tre romeni

Pubblicato da: Vincenzo Damiani | Mer, 22 Marzo 2023 - 09:58
Tribunale civile

BARI – Derubarla e terrorizzarla non bastò, si accanirono contro la loro vittima torturandola e stuprandola. Un anno dopo l’orribile rapina in stile “Arancia meccanica”, oggi 6 luglio il gup del Tribunale di Bari, Roberto Oliveri del Castillo, ha condannato a pena comprese fra i 10 e i 4 anni di carcere tre romeni accusati di rapina aggravata, lesioni personali e violenza sessuale ai danni di una donna, aggredita e seviziata nella sua abitazione di Carbonara nell’agosto del 2015.rnIl giudice, al termine di un processo celebrato con il rito abbreviato, ha condannato il 26enne Flavius Daniel Tara Lunga alla pena di 10 anni di reclusione, il 40enne Ovidius Flavius Daniel Lacatus alla pena di 6 anni e 8 mesi, il 36enne Benone Lautaru a 4 anni. Gli imputati, difesi dagli avvocati Luca Bruno e Stefano Remine, dovranno anche risarcire la vittima, una 70enne di origini olandesi.rnI fatti risalgono alla notte fra il 17 e il 18 agosto 2015. Stando alle indagini della polizia, coordinate dal pm Marco D’Agostino, i tre uomini si sarebbero introdotti nella villa della donna attraverso una finestra sulla veranda. Con i volti coperti da calzamaglia avrebbero aggredito l’anziana alle spalle, mentre era seduta in poltrona davanti alla televisione. L’avrebbero presa a pugni, torturata con una pistola elettrica, legata mani e piedi. Tara Lunga, mentre i complici mettevano a soqquadro l’abitazione, avrebbe trascinato la donna in camera da letto violentandola. Prima di andare via, portando via un televisore e una borsa con dentro alcuni oggetti e 100 euro, i tre avrebbero anche minacciato di morte l’anziana dicendo che sarebbero tornati se avesse denunciato quanto era appena accaduto.rnDopo essere riuscita a liberarsi dalle corde attorno ai polsi, la vittima ha chiesto aiuto ai vicini. All’identità di Tara Lunga la polizia è riuscita a risalire perché la donna riconobbe la sua voce, in quanto fratello dell’ex badante del suo defunto marito. Le successive indagini hanno consentito di identificare gli altri due.

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