BARI – Ora che ha “cambiato vita”, come giura, spera di poter evitare la detenzione in carcere. Gianpaolo Tarantini è tornato a Bari stamattina, 6 luglio, per presentarsi in Tribunale e testimoniare in uno dei processi sulla sanità scaturiti dalle sue dichiarazioni. L’imprenditore barese, diventato noto per aver organizzato nelle residenze dell’ex premier Silvio Berlusconi cene e feste particolari, ha parlato della sua nuova vita, quella cominciata a Roma.
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“Spero proprio di non andare in carcere – dice – ho totalmente cambiato vita, ho una compagna che è incinta, aspettiamo un bambino che nascerà a fine mese, ho totalmente abbandonato lo stile di vita che avevo in precedenza, spero ci siano i presupposti per essere affidato ai servizi sociali”. Ieri si sarebbe dovuta tenere, ma è stata rinviata ad ottobre, l’udienza per discutere la richiesta di Tarantini di affidamento in prova ai servizi sociali dopo la condanna definitiva per bancarotta. “Ho deciso di trasferirmi a Roma, di non frequentare più quegli ambienti istituzionali, lavorare con enti pubblici, perché purtroppo sono rimasto scottato – ha detto – ne ho pagato le conseguenze, le sto pagando e le pagherò chissà ancora per quanto, non frequento più nessuno di quei tempi”.
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Sulle bugie che, secondo l’accusa, indotto da Berlusconi e Valter Lavitola avrebbe raccontato ai pm baresi durante l’inchiesta “escort” ha ribadito di aver “chiesto un aiuto al presidente Berlusconi come amico. Lui non mi ha mai chiesto di mentire e sono sicuro che anche quella vicenda si concluderà nel migliore dei modi”. All’ex premier convalescente dopo l’intervento al cuore “faccio i miei migliori auguri – ha detto Tarantini – e spero che ritorni quello di una volta. Il presidente è una persona buona e per bene”.