Michele Emiiano punta tutto sulla partecipazione dal basso. Rilancia il modello delle “sagre”, già utilizzato per scrivere il programma. E chiude un nuovo percorso di consultazioni tra sostenitori del centrosinistra lanciando la proposta di legge pugliese sulla partecipazione popolare nelle scelte di governo.
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Dopo le tappe a Foggia e Gallipoli, all”Officina degli esordi di Bari il governatore ha tirato le somme del progetto, commentando la bozza legislativa che sarà discussa in giunta regionale: “Questa è innanzitutto una rivoluzione del modello. Ricordo che in campagna elettorale abbiamo scritto il programma dal basso e poi quel documento varato dai cittadini è diventato il programma di governo della Regione. Adesso vogliamo fare la stessa cosa anche a livello istituzionale. Quando c’è da fare una grande opera pubblica impattante, o prendere una decisione di rilievo è giusto che tutti i cittadini possano esprimersi a riguardo, per legge”. Se i vertici decisionali disconoscono l’orientamento popolare? “Se il politico prende le distanze dal dibattito pubblico che ha avuto una conclusione univoca e agisce in maniera diversa – ha ribattuto Emiliano – deve motivare perché la sua scelta è difforme da quella suggerita dal popolo. Il popolo non fa semplicemente le assemblee o le manifestazioni ma entra nel merito delle cose e si informa”.
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Contro l’uomo solo al comando: stoccata a Renzi
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Per il leader del pd anti-Renzi si tratta ormai di una scelta di non ritorno, con un itinerario politico nel quale i protagonisti delle sagre sono parte attive nella scelta delle rotte finali, contro gli autocrati (alla Renzi?): “Ho verificato i vantaggi di questo metodo perché un uomo politico da solo non va da nessuna parte, specie se non ha un idea complessiva delle cose. Quando invece c’è un’intera comunità che consapevolmente si mette insieme e punta un obiettivo, lo raggiunge. Durante sagre abbiamo detto chiaramente che stavamo sperimentando quello che sarà il modello di governo”.
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Il senso della legge
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Infine la riflessione sulla legge legata alla partecipazione popolare nelle decisioni pregnanti del governo: “Noi stiamo cercando con questa legge di consentire alle persone di essere informate. La partecipazione non è solo una cosa di sinistra. Stiamo facendo un esperimento di amministrazione pubblica, un esperimento che ovviamente collega una comunità variegata, trasversale sulla base della volontà. Stiamo inoltre responsabilizzando la pubblica amministrazione e la coinvolgiamo nel meccanismo di elaborazione politica: cioè gli uffici pubblici, i politici devono rispondere, secondo determinate regole, al diritto dei cittadini all’informazione e devono tener conto di quello che dicono e che vogliono”.
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L’orizzonte del governatore (oltre il Pd)
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Emiliano, dunque, scavalca in prassi populista i pentastellati. E domani a Polignano a Mare introdurra l’ideologo più amato dai grillini dopo Gianroberto Casaleggio, Serge Latouche, teorico della decrescita felice. L’opa del governatore sull’area dell’antipolitica riserverà nei prossimi mesi altri colpi di scena…
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