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Corsica: una terra da scoprire

Pubblicato da: Francesca Mosele | Mer, 22 Marzo 2023 - 09:48
Corsica

La Corsica è un parco jurassico tanto bello e vario da togliere il fiato, un giardino che sembra non avere fine, tra i più belli al mondo.rnrnLa Corsica è lentezza, perché i Corsi non hanno quasi mai fretta. Si siedono al bancone del bar, lasciando i tavolini alle coppiette e ai turisti. Sono un po’ burberi ma sanno essere veracemente ospitali, se dimostri educazione e rispetto per la loro fiera identità.rnrnSe ci arrivate in traghetto, potrebbe essere a Bastia, porto affascinante e contraddittorio, elegante e di rude strada.rnrnDa lì, prendete la strada che costeggia l’intero Capo Corso, il ditone settentrionale dell’isola che commuove per la sua silenziosa dirompenza estetica. Profumo di macchia mediterranea, curve infinite a strapiombo sul mare, intervallate da paesini da favola, sonnacchiosi e chiari.rnrnAppena terminato il capo, vi imbatterete nel Desert des Agriates, dove 13 km di impegnativo e arido sterrato vi accompagneranno al mare di cristallo della spiaggia di Saleccia.rnrnLa Corsica non è solo mare: ha foreste lussureggianti, fitti boschi e fresche montagne con minuscoli villaggi sperduti. Vi capiterà di risalire fiumi, fare il bagno in pozze d’acqua dolce verdi e ghiacciate, tra felci e falesie.rnrnLa zona interna della Balagne ospita la strada degli artigiani e i loro pittoreschi villaggi.rnrnNon mancate le calanques, contorte e gigantesche colonne granitiche tra cielo e mare.rnrnPasseggiate per città e cittadelle ordinate e deliziose, come Calvi, Ajaccio, Sartene e Bonifacio.rnrnSe siete sportivi, non mancano lunghi sentieri come il famoso GR20.rnrnMa veniamo al sodo: in Corsica si mangia bene e si beve meglio. E’ uno dei paradisi del vino. Dopo gli anni bui della viticoltura (la quantità senza qualità degli anni ’60-’70), ha saputo ripensarsi, e l’ha fatto con le armi giuste. Aiutata da un territorio che ha pochi eguali per vocazione e storicità, ci ha aggiunto una virtuosa mano umana in chiave naturale e artigianale. Ha saputo valorizzare l’incredibile varietà di suoli e condizioni climatiche in maniera esemplare, superando il varietale in senso assoluto. La quasi totalità dei bianchi è base vermentino; un’interessante eccezione è il rarissimo Codivarta del Capo Corso o il suo più diffuso ed eccezionale Moscato. Il Nielluccio, cugino selvatico e affascinante del Sangiovese, dona rossi dai ricordi resinati. Lo Sciaccarellu, uva di Ajaccio, è molto interessante vinificato anche in rosato.rnrnTra le migliori cantine assaggiate, Domaine Arena, Clos Capitoro con il suo Vermentino Tete de taureau, Domaine Abbatucci (anche stazione ampelografica per la conservazione e lo studio dei vitigni tradizionali corsi).rnrnInoltre, girovagando per sottoboschi, vi imbatterete spesso in graziosi maialini liberi, quasi cicciotti cinghialetti. La sera richiedeteli a tavola, gusterete insaccati naturali fuori misura.

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