Egregio Paparesta,
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ho letto la sua lettera aperta (indirizzata a chi?). Un insieme di tentativi, di giustificazioni (alibi?) per spiegare una vicenda nata (in Tribunale) male e proseguita nella più scapestrata delle modalità per portare diritto (?) il Bari in serie A.
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Se la squadra è ancora lì, la colpa è soltanto sua (ubi maior, minor cessat) e della sua prosopopea e chi l’ha messo al timone del sodalizio doveva preoccuparsi anticipatamente di trovare gli investitori ( non ci sono…) disposti a versare (non parliamo di investimenti, per favore) quattrini in un territorio che non ha l’appeal giusto sul piano economico.
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E lo stesso Datò, su cui Lei continua a mettere la mani sul cuore, è stato l’ennesimo bidone d’acqua versato, negli ultimi anni, sulle teste degli ingenui tifosi sapientemente vellicati da Lei con ammirevole costanza.
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“I capisaldi su cui si basavano le mie certezze” se li tenga per se e li conservi nello scrigno dei suoi ricordi. Ora, lasci lavorare Giancaspro che Lei ha portato in società, salvo voltargli le spalle a favore di un ectoplasma malese presentatole, probabilmente, dagli stessi mentori che la fecero sedere sulla poltrona del Bari.
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Quanto “all’insegnamento che offro a tutte le persone che mi vogliono bene: diffidate da chi quando sei in auge ti circonda, ti adula … quando ti vede in difficoltà si avventa contro, senza vergogna, senza pudore , con le parole , con una penna o semplicemente sulla tastiera di un computer, per dar sfogo alla propria cattiveria covata chissà per quanto …” le faccio presente che Lei lancia accuse oscure verso un mondo che evidentemente ha frequentato, ma lasci stare i giornalisti che hanno altro a cui pensare ( per esempio il posto di lavoro) rispetto alle sue menate. Temo, al proposito, che l’Ordine potrebbe aprire un’inchiesta sulle sue considerazioni.
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Lei non è stato un buon imprenditore – diciamolo – avendo bruciato, in 2 anni, un bel po’ di milioni, come si evince dai bilanci. Punto e basta. Lei è un iscritto all’Ordine dei Dottori commercialisti. E sa bene che i bilanci sono vangelo. O no?