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Il mare negato: l’estate dei baresi tra filo spinato, cancelli e poche spiagge libere

Pubblicato da: Vincenzo Damiani | Mer, 22 Marzo 2023 - 09:37

BARI – Pane e pomodoro, Torre Quetta e poco più. Per le famiglie baresi che vogliono andare in spiaggia senza essere costrette a spendere decine di euro per l’ingresso in un lido privato, un ombrellone e due sdraio non c’è molta scelta. Nonostante sin dal 2009 la Regione Puglia abbia ordinato ai Comuni di redigere un piano coste, pochissime amministrazioni lo hanno fatto.

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Bari non è tra queste, il piano coste non esiste ancora anche se dovrebbe essere in via di definizione. E così, l’accesso alla costa è spesso negata  da cancelli piazzati senza autorizzazione, filo spinato, muretti a secco, massi o da semplici cartelli di “divieto di accesso” o “proprietà privata” non sempre regolari. La Regione ha stabilito che almeno il 60 per cento della costa debba essere destinata a spiagge libere e ha ordinato l’abbattimento delle opere abusive. Il litorale barese, invece, è un continuo “divieto”, per chi ha bambini piccoli, poi, di vere e proprie spiagge non ce ne sono tante. I lidi pubblici di Pane e pomodoro e Torre Quetta sono l’eccezione che confermano la regola, gli unici accessibili in maniera gratuita. A San Girolamo c’è una piccola spiaggia alla fine di una lama, qualche altro metro quadro di sabbia è presente davanti all’ingresso monumentale della Fiera del Levante; per il resto da nord sino a sud, arrivando sino a Torre a Mare, alle famiglie baresi non resta che mettere mani al portafogli e spendere dai 20 ai 40 euro per godersi una giornata di mare, sabbia e relax.

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Altrimenti bisogna accontentarsi degli scogli, non sempre indicati per i più piccoli che adorano stare sulla sabbia e giocare. Anche in provincia la situazione non è molto diversa, fra Torre a Mare e Polignano gli accessi al mare sono quasi tutti interdetti. L’area tra Cozze e San Vito è resa quasi del tutto inaccessibile da barriere posizionate, spesso, da chi non può vantare alcun diritto. Una selva di cartelli che vietano il passaggio e l’accesso, molti sforniti del numero di permesso e della data di rilascio del Comune. Poco distante da Torre a Mare i tratturi che portano a mare sono stati chiusi con il filo spinato o con dei massi. Sempre a Torre a Mare ci sono persino i proprietari di alcune villette che hanno trasformato le strade demaniali in giardini privati.

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