BARI – Ha deciso di pentirsi e collaborare con la giustizia per amore nei confronti di sua moglie e di sua figlia, appena nata. Un luogotenente del clan Strisciuglio, Michele Miccoli, 36enne barese ritenuto dalla Dda il referente dell’organizzazione mafiosa nel quartiere San Paolo, ha deciso di cambiare vita. Il pluripregiudicato, in carcere da quasi un decennio per scontare condanne definitive per i reati di rapina e traffico di droga, ha scelto di collaborare con la giustizia dopo aver avuto una bambina. Il desiderio di dare alla sua famiglia un’opportunità di vita diversa l’ha convinto a pentirsi. Agli inquirenti baresi dell’Antimafia ha raccontato in più di mille pagine decine di omicidi, auto accusandosi di alcuni di questi delitti, oltre che della gestione dei traffici illeciti del clan, dalla droga alle estorsione, e ai rapporti con le altre organizzazioni criminali della città.
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L’avviso di deposito di questo verbale è stato prodotto dal pm della Dda di Bari Patrizia Rautiis nell’udienza preliminare che si sta celebrando nell’aula bunker di Bitonto dinanzi al gup Francesco Pellecchia nei confronti di 49 presunti affiliati al clan Strisciuglio. Tra gli imputati ci sono anche il capo clan, Domenico Strisciuglio, detto “Mimmo la luna” e i suoi fratelli Sigismondo e Vincenzo. Gli imputati, che hanno chiesto tutti il rito abbreviato, rispondono a vario titolo di associazione mafiosa, traffico e spaccio di droga, detenzione di armi ed esplosivi, lesioni personali aggravate, estorsioni.