BARI – C’è la confessione del killer ma il corpo non è stato ancora ritrovato: “Ho ucciso io Luigi Fanelli, gli ho sparato e ho poi sotterrato il corpo”. A parlare è il pregiudicato Paolo Masciopinto, collaboratore di giustizia da alcuni mesi: durante un interrogatorio davanti al pm della Dda, Carmelo Rizzo, si è autoaccusato dell’omicidio del militare scomparso nel 1997 all’età di 19 anni.
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Per quel delitto, Masciopinto e un altro imputato sono stati assolti nel 2008 con sentenza ormai passata in giudicato e, di conseguenza, le sue dichiarazioni non potranno essere usate contro di lui. Serve un elemento nuovo per riaprire il caso, come ad esempio il ritrovamento del cadavere. Ma al momento le indicazioni di Masciopinto su dove sarebbe stato sotterrato il corpo non hanno aiutato gli investigatori a trovarlo.
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Masciopinto è nipote del boss – pure lui collaboratore di giustizia – Antonio Di Cosola. Stando all’ipotesi della magistratura barese, confermata dalle dichiarazioni di Masciopinto, Fanelli sarebbe stato punito con la morte dopo un schiaffo dato ad un ragazzo che era in compagnia della sua fidanzata.