Un meraviglioso disegno futurista, di Fortunato Depero. Ritrovato nello scantinato di un bar nel centro di Giovinazzo e poi esposto dietro il bancone principale. Ecco il racconto del professor Aguinaldo Perrone, artista e docente presso l’Accademia delle Belle arti e studioso di cartellonista pubblicitaria del Futurismo. Perrone ha dedicato a questo ritrovamento il volume “Fortunato Depero 1926 passaggio dalle Puglia” (acquistabile tramite aguin.it).
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Professor Aguinaldo Perrone, come ha scoperto un “Depero” a Giovinazzo?
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rnDel tutto casualmente. Ero al Gran Bar Pugliese per incontrare un amico, un paio di anni fa più o meno. Nell’attesa, mi sono incuriosito al logo del bar. Mi sembrava decisamente futurista. Quindi, ho visto l’originale da cui era stato tratto. Il disegno è datato e firmato. C’è scritto Giovinazzo 1926 e in un punto del foglio è siglato con una F. Inevitabile, per me, a quel punto iniziare delle ricerche.
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Dove si trovava il disegno?
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Il disegno era in una cornice, appeso ad una parete. I suoi proprietari mi hanno raccontato una storia che veniva da lontano: dal 1926, anno di inaugurazione del bar.
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I documenti rilevano un passaggio di Depero in Puglia o nel Sud Italia?
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Il 1926 è l’anno in cui comincia il sodalizio con Davide Campari. Al progetto “Campari” collaboravano anche due artisti futuristi molto amici di Depero: il musicista pugliese Franco Casavola e il poeta siciliano Giovanni Gerbino. Ho ricostruito che Depero, dopo l’incontro a Milano con Campari (avvenuto in primavera) scese nel meridione d’Italia durante l’estate. Nel mio libro, ho cercato di approfondire anche questo aspetto.
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Quanto fu attivo il futurismo in Puglia e quali intellettuali e artisti furono i porta bandiera?
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C’è molta vivacità culturale nel mezzogiorno d’Italia in quell’epoca. Le cronache giornalistiche del tempo ci raccontano di frequenti rappresentazioni teatrali, di mostre, concerti. Certo, ci furono in Puglia nomi di spessore che portarono in giro per l’Italia e per l’Europa i loro lavori. Oltre al nome di Franco Casavola ci furono quelli di Oronzo Abbatecola, di Mino delle Site, di Silvano Piangiolini, meglio conosciuto come Sylpia, di Sebastiano Arturo Luciani, per citarne alcuni.
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Della loro attività artistica ci restano fortunatamente diverse testimonianze, sebbene molto del materiale documentale e artistico che li riguarda è andato disperso.
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Altre volte non ve n’è alcuno, mentre altre ancora si deve cercare di scovarlo nell’infinita rete dei collezionisti, negli archivi dei musei, negli Archivi dello Stato, e nelle librerie antiquarie. Un lavoro non sempre ripagante sul piano dei riscontri purtroppo.
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Il suo volume ricostruisce i rapporti tra Depero e futuristi pugliesi. C’è una particolarità che emerge da questo studio?
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Molti rapporti furono intrattenuti anche negli anni a seguire il 1926. Depero fu infatti un importante punto di riferimento per molti intellettuali pugliesi. Penso al giovane Antonio Amendola fondatore, insieme ad Emanuele Caracciolo e a Perrone Capano della rivista universitaria “+-2000”.
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Per avere maggiori elementi di questo periodo storico in Puglia, stante l’incompletezza dei documenti negli archivi, cosa bisognerebbe auspicare?
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Una collaborazione più partecipata degli archivi fuori Puglia, e dei collezionisti. Molto materiale risulta infatti frammentato nelle varie collezioni. Non sempre le logiche conservative sono compatibili con le esigenze legate alla ricerca storica.
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Il suo prossimo studio cosa riguarderà?
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La réclame prima che diventasse pubblicità, raccontata attraverso le cronache dei pubblicitari del tempo. Gli artisti che per noi sono ormai “storici” visti attraverso l’occhio dei loro colleghi contemporanei. Partendo da Bari. In Biblioteca provinciale c’è un piccolo tesoro, e molta ricerca partirà proprio da qui.
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@waldganger2000