Lolita è tornata. Ed è diventata grande. “Mare nero” è il sesto romanzo di Gabriella Genisi, una nuova avventura di cui è protagonista Lolita Lobosco, commissario di polizia barese amante della buona cucina, dei rapporti veri, della giustizia. In questo romanzo, che per molti versi si discosta dai precedenti, il personaggio della poliziotta assume un’identità più matura, più complessa, più ricca di sfumature:saranno i quarant’anni appena compiuti.
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La storia gravita intorno aun’inchiesta stringente, dai toni attuali, e si dipana in maniera piuttosto insolita, nelle due differenti parti in cui è diviso il romanzo. L’epilogo non delude, perché i colpi di scena sono più d’uno e si susseguono in maniera calibrata e dosata con cura. La Genisi per questa nuova avventura della sua eroina ha scelto di presentare una protagonista notevolmente cambiata: Lolita, pur presa dai suoi turbamenti personali, appare infatti più concentrata nel suo lavoro, più appassionata, più tesa a voler realmente cambiare le cose nel mondo superficiale e pericoloso nel quale si imbatte suo malgrado, a voler fare la differenza e a non rimanere indifferente.
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Diversamente dai romanzi precedenti, la cosa che convince di più in quest’ultima avventura della procace commissariaè una accuratezza maggiore nei confronti della trama poliziesca, e la scelta, vincente, di mettere in secondo piano le traversie amorose della protagonista e dei suoi comprimari, per dare molto più spazio al racconto di fatti di cronaca realmente accaduti, mettendo in luce, coraggiosamente,una realtà che molti ignorano. Il tema scelto dalla scrittrice è tutt’altro che semplice: decidere di inserire in un romanzo giallo la delicata questione dello smaltimento illegale di rifiuti tossici poteva essere un azzardo, e invece va dato merito alla Genisi di aver individuato la chiave di scrittura più adatta, utilizzando la giusta misura. L’autriceha trovato la strada per denunciare, anche se tramite le pagine di un romanzo, una situazione reale, pericolosa, che molti ignorano, e che altri, sono riusciti a portare alla luce, fino a pagare con la propria vita. E’ anche un tributo, quindi, nei confronti di tutti coloro che dimostrano coraggio, ogni giorno, cercando la verità, come ad esempiola giovanissima Marinella, una delle vittime, che dà l’avvio alla vicenda e che, anche da morta, continua a far sentire la sua presenza. E’ probabilmente uno dei personaggi meglio descritti,tratteggiato con grande delicatezza, a cui la scrittrice sembra aver dedicato una cura particolare.
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Chiunque ami il mare, chi trae forza e calma osservandolo, chi sul mare è nato e, spesso senza saperlo, calibra il suo umore secondo il moto ondoso, non potrà non sentirsi coinvolto nel racconto di quello che nel mare può accadere, e che purtroppo accade, senza che nemmeno cise ne accorga. La storia è dura, le indagini fanno male, il dolore della protagonista che legge il dossier su come malavita, imprenditori disonesti e politica collusa avvelenano indisturbati le nostre acque, coinvolge profondamente il lettore. Non si trattadi qualcosa nato nell’immaginario della scrittrice, ma è cronaca, sono fatti, è una dura e sporca realtà. E’ uno schiaffo in faccia, e un romanzo, seppure diviso tra burlesque, profumi evocativi di cibi pugliesi, baci e brezza di mare, deve lasciare un’idea, una sensazione, una curiosità, uno spunto di riflessione.
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Lolita compie quarant’anni, i suoi timori e le sue paturnie sono assolutamente condivisibili, reali, così come la naturale conseguenza di mettere in discussione alcuni rapporti, e di ricordare quali sono quelli che realmente contano. Gli uomini ci sono, l’amore traballa ma aleggia di continuo nella sua vita, anche se più sfocato, meno al centro di ogni cosa, più misurato e quindi, paradossalmente, molto più appassionante. Aspettiamo il prossimo romanzo, Lolita ci piace, soprattutto perché, come la sua creatrice, ascolta, si confronta, cresce e cambia. In meglio.
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