Un filo invisibile che lega l’Italia e l’Albania, passando per Bari. E’ questo il messaggio della mostra “La presenza italiana in Albania. La ricerca archeologica, la conservazione, le scelte progettuali”, nel Palazzo della Provincia, il cui obiettivo è far conoscere il profondo legame esistente tra i due paesi adriatici, fondato soprattutto su progetti di ricerca archeologica e architettonica, portati avanti dagli italiani in Albania tra gli anni ’20 e ’40 del Novecento.
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L’Italia che guarda al Mediterraneo
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“Abbiamo voluto dimostrare come nel corso del tempo si sia sviluppato un rapporto tra architetti e archeologi italiani, il cui apice è stato raggiunto negli scavi dell’Albania del 1930 – ha detto a Borderline24 la professoressa Roberta Belli, tra gli organizzatori della mostra – Infatti, durante il fascismo l’Italia e la ricerca italiana erano proiettate verso il Mediterraneo e questo è sicuramente un fatto positivo, al di là del giudizio su quel periodo storico. E noi abbiamo voluto raccontare proprio questo.”
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L’evento, organizzato dal Politecnico di Bari e dalla Scuola di specializzazione in beni architettonici, sarà ospitato dal 26 maggio al 20 giugno nella sede della Città metropolitana di Bari. Il progetto è nato nell’ambito delle ricerche condotte dal Politecnico in Albania. L’iniziativa, inoltre, ha già riscontrato grande successo a Roma, con una mostra ospitata dal Museo Nazionale Romano.
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E non è un caso che dopo Roma la mostra faccia tappa a Bari. Il capoluogo pugliese, infatti, si dimostra essere la principale città italiana di riferimento per l’Albania. E a dirlo sono proprio le carte del Ministero degli Affari Esteri degli anni ‘20, analizzate dagli studiosi universitari italiani ed albanesi, ed attualmente esposte nella mostra.
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I rapporti italo-albanesi
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I rapporti tra Italia ed Albania sono antichissimi. Hanno iniziato, però, ad intensificarsi a partire dal 1926 quando l’archeologo Luigi Maria Ugolini inaugurò nel paese balcanico gli importanti siti di scavo di Phoinike e Butrint. Poi arrivarono i trattati economici degli anni ’30 e con essi lo sviluppo urbanistico ed architettonico di Tirana e di gran parte dell’Albania, grazie ad imprese e fondi italiani. Oggi l’Albania, dopo il crollo dell’Unione Sovietica, è tornata ad essere considerata un importante partner culturale ed economico per l’Italia e soprattutto per la Puglia.