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Aumentano gli immigrati, diminuiscono i reati

Pubblicato da: Vincenzo Damiani | Ven, 24 Marzo 2023 - 13:28

BARI – Da 2.873 reati compiuti in un anno a 2.292. Mentre il numero dei cittadini non comunitari regolarmente residenti a Bari cresce di anno in anno – passando dai 7.796 del 2012 agli 11.883 del 2014, ultimo dato disponibile – i crimini compiuti dagli immigrati, al contrario, negli ultimi tre anni si sono ridotti di circa 600 unità. Spesso, tra la percezione di sicurezza dei cittadini, condizionata anche dagli stereotipi e luoghi comuni, e la realtà c’è un divario.

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Come sempre i “freddi” numeri sono uno strumento per comprendere la portata di alcuni fenomeni. A Bari risiedono 11.883 stranieri, il 3,6 per cento della popolazione complessiva  (327.361). La comunità più rappresentata è quella georgiana con 1.867 cittadini censiti, a seguire ci sono gli albanesi (1.370) e i romeni (1.247). L’Asia è il continente più presente a Bari (5.078 persone), l’Africa è solo terza (2.455) dopo l’Europa (3.979).

I reati compiuti dagli immigrati e accertati dalle forze dell’ordine e dalla Procura barese nel 2015 sono stati poco più di 2.200, nel 2012, invece, si toccò il picco con 2.873 illeciti: i crimini più diffusi sono i furti in appartamento, ad appannaggio dei georgiani, e lo spaccio al dettaglio di droga realizzato soprattutto dagli africani. Oltre ai reati, anche il numero dei detenuti stranieri è in calo: secondo i dati forniti dalla Corte di appello di Bari, nel 2014 rispetto all’anno precedente c’è stata una contrazione di 262 unità.  In questo momento a preoccupare le forze di polizia è soprattutto la comunità georgiana, la più numerosa e forse non è una semplice casualità, almeno a leggere il rapporto della Direzione nazionale antimafia (Dna). I georgiani sono gli unici ad essere organizzati sul territorio barese come un clan vero e proprio, sono suddivisi in “batterie” e la loro attività illecita principale sono i furti negli appartamenti.

“Sono i più preparati e i migliori nello svaligiare le case”, commenta un investigatore. Sanno dove colpire, quando e come, una volta ripulite le abitazioni la merce – gioielli, pc, quadri – viene venduta a ricettatori baresi o spedita in Georgia e Russia attraverso le agenzie di spedizioni gestite da loro stessi. Secondo la Dna, la criminalità georgiana, legata alla mafia russa, è sbarcata a Bari, ha scelto il capoluogo pugliese come sua base logistica in Italia. Furti in appartamento, estorsioni, ricettazione, riciclaggio e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina: sono le attività in cui il predominio georgiano si sta estendendo. “Si può dunque ritenere – scrive l’Antimafia nazionale nella relazione semestrale – che l’evoluzione della criminalità georgiana stia assumendo caratteri preoccupanti in quanto i vari gruppi, sull’onda di una feroce faida interna, stanno tentando di dividersi il territorio delineando le zone di influenza e di operatività”. La Dna sostiene che a Bari si sia insediato “un nucleo importante di un’associazione mafiosa a carattere transnazionale, composta da cittadini georgiani ed ucraini”. Capitolo a parte merita la questione “minori”: se i reati compiuti dagli stranieri sono in calo, quelli compiuti dai ragazzini immigrati sono in leggero aumento (furti e lesioni quelli più diffusi). Infatti, in un anno gli illeciti sono passati da 129 a 135 su un totale di 858 crimini accertati : questo dato potrebbe essere la spia di un disagio che vivono i più giovani che arrivano a Bari: senza un lavoro e una casa diventano facile preda delle cosche, sempre alla ricerca di nuova manovalanza.

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