Giovedì scorso la Guardia di Finanza è stata nella sede del Bari, dove il presidente Gianluca Paparesta è stato sentito come persona informata dei fatti: un fascicolo è stato aperto in Procura senza né indagati né per ora ipotesi di reato. Ne dà notizia la Gazzetta del Mezzogiorno. Diventa un vero giallo la querelle per la ricapitalizzazione del Bari, dopo le recenti polemiche scaturite dalle dichiarazioni del socio di minoranza Cosmo Giancaspro.
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La Procura di Bari ha avviato una indagine esplorativa ed il fascicolo “modello 45” è seguito dal pubblico ministero Giuseppe Dentamaro.
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Agli atti sono stati acquisiti documenti relativi alla prossima assembla straordinaria dei soci, convocata per il 3 giugno, al fine di ricostituire il capitale sociale, assottigliato per le perdite dell’esercizio 2015. La procura di Bari aveva aperto nei mesi scorsi un altro fascicolo, seguito dal pm Anna Maria Tosto, per fare luce sull’asta fallimentare che aveva portato Paparesta ad acquistare il club: era stato confermata l’assenza di qualsiasi ipotesi di reato ed era stata accertata la provenienza dei capitali necessari all’operazione (da Infront e Mp Silva).
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Tra i punti oscuri della vicenda c’è anche la querelle legata allo sponsor Suissegas: l’azienda è in amministrazione controllata, e le risorse delle contratto di sponsorizzazione del Bari non sarebbero mai arrivate in Via Torrebella arrecando ulteriori disagi contabili al club.
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La ricapitalizzazione del capitale sociale è un passaggio cruciale per il club, sia dal punto di vista civilistico, che da quello sportivo (precondizione per l’iscrizione al prossimo campionato): l’ex consigliere d’amministrazione Giancaspro aveva chiesto di convocare l’assemblea straordinaria per la ricapitalizzazione entro il 18 maggio, ma Paparesta aveva preferito rimandare a giugno. Il Bari ha registrato nel 2015 un passivo di circa un milione e quattrocento mila euro. La società al momento non ha inteso rilasciare dichiarazioni sulla vicenda