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Vitale (Ada onlus): “Emergenza randagismo”

Pubblicato da: Rosanna Volpe | Mer, 22 Marzo 2023 - 09:25
Randa

Giovanna ogni mattina alle 8 porta da mangiare ai suoi cani, in un rifugio a Japigia. Con lei, due collaboratori con i quali condivide una passione che dura da più di dieci anni. Una passione che si chiama “Ada onlus”, associazione che assiste cani abbandonati. Pochissimi volontari (solo nel fine settimana) e sei braccia costanti che quotidianamente sfamano i tanti amici a quattro zampe divisi tra Japigia e la zona industriale.rnrn”Ci occupiamo di quasi trecento cani” – racconta Giovanna Vitale presidente dell’associazione. E aggiunge: “Il comune di Bari ne riconosce la paternità ma provvede solo in parte al loro sostentamento. Parliamo di un euro a cane ogni sei mesi. Che tradotto significa dover provvedere personalmente alle esigenze dei nostri cani”.rnrnMa facciamo un passo indietro. La città è sprovvista di un canile municipale. Per essere più precisi, il comune ha già stanziato 9 miliardi delle vecchie lire per realizzare un canile municipale oggi diviso in tre 3 lotti da 200 cani l’uno. Due di questi lotti sono occupati dai cani di quattro associazioni. Il terzo è – inspiegabilmente – abbandonato al degrado. E non solo. “Non abbiamo mai avuto dalla Asl le autorizzazioni necessarie e andiamo avanti solo con le ordinanze sindacali”, puntualizza Vitale. “Abbiamo – quindi – deciso di chiedere aiuto a un avvocato perché il comune continua a gestire questa vicenda nella totale illegalità”.rnrnL’associazione Ada, quindi, tiene ancora una parte dei cani raccolti dalla strada in un rifugio a Japigia, in attesa di un trasferimento che – a dire della presidentessa – non arriverà mai. “Abbiamo più volte chiesto l’intervento dell’attuale assessore comunale all’ambiente Pietro Petruzzelli e a Vincenzo Campanaro, direttore della Ripartizione ambiente, ma non abbiamo mai avuto risposta”. La Vitale non usa mezzi termini: “Il randagismo è nuovamente un fenomeno diffuso soprattutto da quando una nuova normativa prevede che noi non possiamo raccogliere dalla strada i cani in difficoltà, ma dobbiamo far intervenire direttamente gli accalappiacani”.rnrnE poi c’è il problema dell’abbandono, mai risolto. “Le adozioni – continua Vitale – sono troppo facili e molto spesso i cani tornano in canile”. Secondo la presidentessa in sostanza c’è una rete di staffetta, troppe le adozioni non controllate da nord a sud. L’estate ormai alle porte, non aiuterà.rnrnBari è una città a dimensione di cani, quindi? Per la Vitale no. Mancano la cultura e il rispetto verso gli animali e le carenze istituzionali ne sono la prova. E poi ci sono le associazioni che – in questa città – restano il punto di forza e che continuano a combattere contro una burocrazia ottusa che cerca di fermare anche i volontari e con un sistema che continua ad avere lacune inspiegabili.rnrn 

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