L’Abruzzo è nostra regione sorella per tante ragioni, prime fra tutte la vicinanza geografica, la diversificata offerta paesaggistica e la mentalità. Spesso per il Pugliese e l’Abruzzese non c’è regione più bella della propria; ci accomuna un campanilismo un po’ acritico e simpatico; ci piace vivere la piazza ed esaltare le ricette della nonna. Ma come dar torto, davanti a un piatto di scrippelle o chitarra con le pallottelle accompagnato da una bella bottiglia di Montepulciano?rnrnSi possono mangiare arrosticini di castrato e fegato con olio al peperoncino sia nella piazza di Giulianova vista mare che nei piccoli paesini del Gran Sasso. Ma anche canocchie e scampetti bolliti sulle lunghe spiagge del litorale. In quel caso si sorseggia Trebbiano e la chitarra è con i frutti di mare. A Pineto passi una piacevole giornata di mare tra scoiattoli e amache, nella Maiella fai lunghe passeggiate tra rocce e cascate. Non manca nemmeno la possibilità di una bella sciata facendo tappa in graziosi paesini come Pescocostanzo. Per una cena d’autore tra le migliori d’Italia, il maestro Romito al suo Reale delizia i palati più esigenti con maestria, umiltà e concretezza.rnrnIl vino è quasi sempre figlio di questi due vitigni – Trebbiano e Montepulciano – talvolta vinificati dal contadino e nemmeno etichettati, talvolta da eccellenti e blasonati produttori. In quest’ultimo caso saltano subito alla mente le cantine di Emidio Pepe a Torano e di Francesco Valentini a Loreto Aprutino. Per entrambi il vino è espressione di lunga vita e straordinaria capacità evolutiva, come a voler emancipare la figura spesso rustica e selvatica (per i rossi) o beverina e dissetante (per i bianchi). Si tratta di meravigliosi rappresentanti del naturale, non per moda ma per impostazione etica, familiare e contadina. Basta stappare per dare una risposta di gusto alla contrapposizione tra vino industriale e artigianale. Tra approccio globale/massificato e rispetto del territorio. Per loro il produttore è custode, osservatore e protettore delle sue vigne e della natura: non le manipola ma le asseconda.rnrnPepe affina in cemento e dai tempi della terza generazione addietro tiene da parte in piramidi nere le vecchie annate. Scelta pionieristica e lungimirante per quei tempi. Il connubio di profumi di mare e di monti è la perfetta sintesi della sua terra.rnrnValentini è da sempre un’icona del buon bere, difficile da trovare, vittima di forte speculazione sui prezzi: parliamo di un Trebbiano da 20 euro in cantina, che si può trovare sul web intorno ai 100 euro. Quando l’annata non è perfetta non imbottiglia e chi lo vuole deve aspettare altri dodici mesi. Il suo Montepulciano lo si aspetta da due anni. Puoi temporeggiare con il loro vino sfuso, da prenotare con largo anticipo, delizioso come pochi imbottigliati altrui.rnrnAttenzione però: sono liquidi che creano dipendenza forte, che non permettono al bevitore di tornare indietro. E’ vino che insegna che cos’è il vino; senza parole lascia senza parole.
Dall’Appennino alla Murgia
Pubblicato da: Francesca Mosele | Mer, 22 Marzo 2023 - 09:23
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