BARI – Troppo pochi gli anestesisti, stop all’epidurale. Succede anche questo negli ospedali dell’Asl Bari, dove la carenza di personale costringe primari e direzione sanitaria a sospendere un servizio che viene offerto su richiesta della donna in attesa di partorire. Ieri Borderline24 ha raccolto la rabbia di una mamma costretta ad andare via dal pronto soccorso dell’ospedale pediatrico Giovanni XXIII e a rinunciare a far visitare il proprio figlio dopo un’inutile ed estenuante attesa. In servizio, infatti, c’era solo un medico che, per ragioni comprensibili, non poteva assistere decine di piccoli pazienti contemporaneamente.
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Oggi raccontiamo un altro disservizio, causato da una pianta organica esigua e figlio di una disorganizzazione che ha radici antiche. Al Di Venere, ma il problema riguarda anche le altre strutture ospedaliere dell’Asl, le donne non possono più scegliere di essere sottoposte all’anestesia epidurale. Il servizio è stato “temporaneamente sospeso”, motivo? Non ci sono abbastanza anestesisti. La conseguenza è che molte donne, infuriate, sono state costrette a rivolgersi al Policlinico o ad altri ospedali della provincia. Ma per il centro di eccellenza non è stato possibile soddisfare l’improvvisa domanda di tutte le partorienti e, quindi, in molti casi alle future mamme non è rimasto che affidarsi ad una struttura privata, mettendo mani al portafogli. Costo? Dai 250 sino anche a 500 euro.
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Ma i disagi non finiscono mica qui: chi ha scelto di cambiare ospedale, non potrà essere seguita dal proprio ginecologo nel momento del parto. Un particolare non di poco conto in un momento bello, sì certo, ma delicato per ogni donna. “E’ vero – ammette il direttore generale dell’Asl Vito Montanaro – c’è stata una momentanea sospensione perché non abbiamo sufficienti anestesisti. La nostra volontà è quella di rendere istituzionale questo servizio, ma per farlo dobbiamo assumere nuovo personale. Entro fine giugno dovremmo riuscirci”. Quanti medici servono? “Almeno altri 5 anestesisti solamente al Di Venere”, dice Montanaro. Nell’attesa, l’Asl sta cercando un’altra soluzione per tamponare l’emergenza .
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