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Terrorismo, un indagato al telefono: “Se vieni ti sparo alla testa”

Pubblicato da: Vincenzo Damiani | Mer, 22 Marzo 2023 - 09:20
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BARI – “Gli ho detto: “Se vieni ti sparo alla testa”. A parlare al telefono con una persona non identificata dai carabinieri è il 29enne afghano Gulistan Ahmadzai, accusato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e fermato nell’ambito dell’inchiesta per terrorismo della Dda di Bari. Le telefonate sono state intercettate dagli investigatori, l’uomo parla di uomini e donne da portare in Europa attraverso Bari e si vanta della sua abilità. E ai suoi “concorrenti” li minaccia: “ Se viene ti sparo alla testa”. Oppure: “Fino ad ora non ho avuto mazzate, ho picchiato tantissime persone”. “Ti puoi informare da qualsiasi persona, in tutta la Francia sono solo io”. La telefonata risale al 5 maggio scorso, l’uomo parla con un uomo chiamato “mam” (zio materno) e gli riferisce di aver aiutato tante persone “a passare gratis”.

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L’operazione del 10 maggio

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I carabinieri del nucleo investigativo di Bari e del Ros il 10 maggio hanno eseguito un decreto di fermo nei confronti di tre cittadini di nazionalità afghana accusati di terrorismo internazionale. Secondo le indagini coordinate dalla Dda di Bari, progettavano attentati in Italia e in Inghilterra, a Roma e Londra. Altre due persone (un altro afghano e un pakistano) sono indagate per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. L’inchiesta è coordinata dalla Dda di Bari, dai pm Pasquale Drago, capo dell’Antimafia distrettuale, e Roberto Rossi. Dei 5 sono stati arrestati tre uomini, uno per terrorismo e due per favoreggiamento dell’immigrazione.

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In manette sono finiti il 23enne afghano Hakim Nasiri, accusato di terrorismo internazionale, domiciliato nel Cara, con lo status di protezione sussidiaria riconosciuto il 5 maggio 2016; il 29enne afghano Gulistan Ahmadzai, accusato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, domiciliato nel Borgo Libertà a Cerignola (Foggia), con lo status di protezione umanitaria riconosciuto nel settembre 2011; e il pachistano Zulfigar Amjad, di 25 anni, accusato di favoreggiamento. Gli altri due sono probabilmente in Afghanistan.

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Secondo gli investigatori, si tratta di una cellula pronta a compiere atti di violenza con finalità di terrorismo internazionale, in Italia ed all’estero, realizzando anche in Italia (oltre che in Francia, in Belgio) un’associazione criminale, costituente articolazione o comunque una rete di sostegno logistico di una organizzazione eversiva sopranazionale di matrice confessionale, funzionalmente collegata all’organizzazione terroristica internazionale denominata Isis.

rnVivevano nel Cara di BarirnrnErano pronti a compiere “attentati terroristi”, ne sono convinti Ros e Dda di Bari. I loro obiettivi erano stati fotografati accuratamente: aeroporti, porti, mezzi delle forze dell’ordine, centri commensali, alberghi. I Paesi che avrebbero potuto colpire erano l’Italia e l’Inghilterra. E’ quanto emerge dalla delicata inchiesta, i reati contestati, a vario titolo, sono di terrorismo internazionale e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Secondo le indagini dei carabinieri del Ros, gli indagati facevano parte di una cellula che progettava attentati a Roma e Londra. Delle persone indagate tre sono afgani e vivono nel Cara di Palese, hanno dai 23 ai 30 anni e sono gli unici accusati di terrorismo. Per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, invece, sono indagati un 29enne afgano residente a Cerignola e un 24enne che vive a Bari. Tutti avevano ottenuto nei mesi scorsi la protezione umanitaria o sussidiaria.rnrnI video e le foto nei cellularirnrnLe indagini sono scattate il 16 dicembre scorso quando i carabinieri sono intervenuti nell’Ipercoop di Santa Caterina a Bari dopo la segnalazione della presenza sospetta di quattro stranieri. Uno di loro stava facendo un video del centro commerciale con il cellulare. Dall’analisi dei dati contenuti nel suo telefono, poi sequestrato, gli investigatori hanno trovato anche un video dell’area interna dell’aeroporto di Bari-Palese. Nei cellulari sequestrati immediatamente sono state trovate immagini di armi, di militanti talebani, file audio scaricati dal web con preghiere, proseliti e indottrinamenti di matrice islamica radicale, video con tributi ai parenti e amici detenuti nel campo di prigionia di Guantanamo. Non solo. C’è anche una foto del presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, sotto forma di caricatura di un asino. Secondo gli inquirenti si tratta di immagini che simboleggiano l’odio anti-occidentale. In un altro scatto, uno degli indagati è ripreso con il dito medio alzato verso la fotografia di Malala, premio Nobel per la Pace. E ancora foto di marines americani con gli arti mutilati, foto di musulmani convertiti al cristianesimo, un’altra con tre militari dell’esercito Usa mentre posano con tre ragazze e un uomo di chiare origini medio-orientali corredata da una frase in arabo la cui traduzione è “Dio maledica le famiglie che autorizzano le loro figlie a lavorare con questi cani”.rnrn[foogallery id=”19267″]rnrnIl selfie con il sindaco durante la marcia degli scalzi a BarirnrnUno dei presunti terroristi si è fotografato insieme al sindaco di Bari, Antonio Decaro, durante la cosiddetta “Marcia degli Scalzi” del 10 settembre 2015. La manifestazione fu organizzata in tutta Italia e vi aderì anche la città di Bari, in segno di solidarietà e integrazione in favore dei cittadini immigrati. L’indagato era presente alla manifestazione e durante la marcia chiese ad Antonio Decaro di fare un selfie.rnrn[foogallery id=”19223″]rnrn rnrnI possibili obiettivirnrnSecondo gli investigatori, nei cellulari sequestrati sono fotografati i possibili obiettivi dei terroristi. A Bari vengono immortalati il centro commerciale Ipercoop, l’aeroporto e il porto, oltre a mezzi di polizia e carabinieri. A Roma il Circo Massimo e Colosseo. A Londra ci sono foto del West India Quay, centro commerciale composto da negozi, appartamenti, un cinema, un centro benessere e un ristorante esterno; altre foto con l’ingresso e la panoramica del Sunborn Yacht Hotel in Royal Victoria Dock, hotel di lusso realizzato all’interno di uno Yacht che è permanentemente ormeggiato all’interno del Royal Victoria Dock (è il più grande dei tre bacini nei Royal Docks di East London): ancora l’ingresso e la panoramica del South Quay Footbridge to Canary Wharf in West India Dock, che è una passerella pedonale con struttura mobile che permette l’apertura al traffico delle vie d’acqua; immagini dell’ingresso dell’hotel Premier Inn in International Square e dell’hotel Ibis Styles London Excel in Victoria Dock Road; infine Champions Walkarea pedonale del London Borough of Newham che è un borgo di Londra che si trova nella parte orientale della città, nella Londra esterna.rn

Proselitismo e arruolamento

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“La cellula terroristica – scrivono gli inquirenti – diffondeva l’ideologia violenta della guerra santa e le tecniche di combattimento (manuali operativi, manuali di fabbricazione di esplosivi) mediante lo strumento di internet. Il cospicuo materiale informatico era in possesso dei prevenuti pronto per essere usato”.

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Ancora Parigi

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C’è po una foto a colori che ripropone due immagini in notturna che accostano due luoghi simbolo rispettivamente della cultura islamica e di quella occidentale: la moschea Al-Masjid al-Haram a La Mecca e la Tour Eifell di Parigi. La prima con un contrasto cromatico di base blu, “colore che notoriamente – spiegano gli inquirenti baresi – indica il paradiso e la spiritualità”; la seconda di base viola, “che notoriamente indica morte e lutto”.

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Così facevano entrare i clandestini in Puglia

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I 2 indagati accusati di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, avrebbero favorito l’ingresso di cittadini afghani e pakistani occupandosi del trasporto degli stessi a bordo di auto e imbarcazioni, dall’area centro-asiatica fino all’Europa in cambio di somme di denaro fra i 1.200 e i 3.700 ero a persona, dalla Turchia in Italia tramite la Grecia e dall’Italia in Francia per 700 euro a persona. Nelle conversazioni si lamentano delle “esplosioni che creano problemi per noi! Questi bastardi Isis che fanno attentati”…”perché così si chiudono le frontiere e le persone non possono muoversi” e l’interlocutore risponde “cosa te ne frega! Lascia che muoiano tra di loro”…”noi prendiamo soltanto i documenti e lavoriamo”.
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