Ecco la nota del senatore Luigi d’Ambrosio Lettieri sulla crisi dell’agricoltura italiana e pugliese
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“Il Governo non può stare a guardare: si alza ancora una volta il grido di dolore degli agricoltori dalle piazze d’Italia che protestano contro lo stallo istituzionale sui problemi del settore, legati a croniche distorsioni normative e a profonde e colpevoli sottovalutazioni di politiche comunitarie in materia che mettono in serio pericolo i nostri prodotti di qualità. Il risultato è che mentre gli agricoltori si dibattono tra cronicità ed emergenza, tra crollo dei prezzi e burocrazia, dal 2000 ben 310mila aziende hanno chiuso battenti. E l’emorragia non si arresta.
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Non si può non condividere le sacrosante richieste del mondo agricolo che anche in Puglia è impegnato in prima linea per la difesa delle produzioni di qualità dalle frodi e per promuovere tracciabilità di filiera attraverso una etichettatura chiara e trasparente.
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Proprio in Puglia gli agricoltori hanno aperto due fronti che meritano attenzione e tempestivo intervento: uno è quello delle produzioni lattiero-casearie. Gli allevatori accendono giustamente i riflettori sul crollo dei prezzi alla stalla e sulla necessità di indicare in etichetta l’origine delle materie prime, denunciando una importazione massiccia dall’estero di prodotti semi-lavorati utilizzati per ottenere prodotti lattiero-caseari che poi si fregiano del marchio made in Italy.
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L’altro è quello dei produttori di ciliegie: già provati dalla farraginosità del sistema per aderire alla Rete del lavoro di qualità, adesso chiedono interventi appropriati per i danni arrecati al settore dalla pioggia incessante degli ultimi giorni che ha seriamente compromesso il raccolto delle varietà bigarreau e giorgia. Non è più tempo, però, di pannicelli caldi. Perciò la Regione Puglia si attivi perché il settore – quello delle ciliegie rappresenta il 40% della produzione nazionale – possa usufruire di fondi ad hoc del psr per interventi risolutivi come la copertura degli impianti.
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La fotografia del settore agricolo sembra uno scenario di guerra: ritardi dei pagamenti comunitari per un ammontare di 600 milioni di euro, una macchina amministrativa che tra ritardi, lungaggini, disservizi e inefficienze, sottrae all’agricoltura 4 miliardi di euro. Ogni azienda è costretta a produrre ogni anno 4 chilometri di materiale cartaceo per rispondere agli obblighi burocratici, “bruciando” oltre 100 giornate di lavoro.
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E’ evidente che qui i controlli, sacrosanti e per cui mi sono battuto in Parlamento per la tutela dei prodotti di qualità e della salute dei consumatori, non c’entrano niente.
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C’entra il vuoto pneumatico che caratterizza l’azione di governo. Né a livello nazionale, tantomeno sul piano europeo, ha fatto nulla per contrastare ad esempio le sciagurate politiche sull’olio d’oliva e sul pomodoro, due settori strategici per la nostra regione e per tutto il Sud.
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E’ ora che venga in Parlamento a dire chiaramente come intende affrontare la crisi che sta mettendo a dura prova un settore primario dell’economia italiana”.