BARI – Su 4.321 laureati triennali dell’Università degli studi di Bari, il tasso di disoccupazione ad un anno dal titolo è del 34 per cento contro il 23,4 per cento a livello nazionale. Il 48 per cento degli occupati può contare su un lavoro stabile, ossia contratti a tempo indeterminato o attività autonome effettive con un guadagno in media di 982 euro mensili netti. È quanto risulta dall’ultimo rapporto Almalaurea sulla condizione occupazionale dei laureati italiani, “studiati” a un anno, a tre anni e a cinque anni dal conseguimento del titolo di studio.
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A tre anni dalla laurea
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Il tasso di disoccupazione scende al 19 per cento (12,6 per cento in Italia). Gli occupati stabili sono il 53 per cento e le retribuzioni raggiungono anche i 1103 euro mensili. I disoccupati rappresentano il 43 per cento dei laureati.
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Il 71 per cento lavora nel campo privato, mentre il 21 per cento nel pubblico. La restante quota lavora nel non-profit (7%). L’ambito dei servizi assorbe l’87 per cento, mentre l’industria accoglie l’11 per cento degli occupati. Marginale la quota di chi lavora nel settore dell’agricoltura.
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A cinque anni
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A cinque anni il 77 per cento dei laureati è occupato. Il tasso di disoccupazione è pari al 15% contro l’8,9 per cento a livello nazionale. Le retribuzioni arrivano a 1.191 euro mensili. Anche in questo caso prevale il settore privato e quello dei servizi. I disoccupati rappresentano il 35 per cento dei laureati.
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Il profilo dei laureati
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Il laureato barese del 2015 ha un’età media di 26,5 anni che varia tra i 25,3 anni per i laureati di primo livello e i 27,7 anni per i magistrali biennali. Su questo dato incide anche il ritardo nell’iscrizione: non tutti i diplomati si sono immatricolati subito dopo la maturità.
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Solo il 42 per cento dei laureati termina il percorso di studi in tempo, questo vuol dire che il 58 per cento degli studenti è fuori corso. Il voto medio di laurea è di 104.
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Gli studenti baresi hanno fatto pochissima esperienza all’estero, solo il 7 per cento ha partecipato ad esempio all’Erasmus, mentre il 60 per cento ha dovuto lavorare durante gli studi.
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Gli studenti interpellati che hanno conseguito la laurea nel 2015 (7.251) hanno espresso per il 79 per cento soddisfazione nei confronti dei docenti. L’altra faccia della medaglia è rappresentata da quel 30 per cento che si è ritenuto insoddisfatto.