BARI – L’inchiesta sulla morte dei due fratellini di Gravina, Francesco e Salvatore Pappalardi, si chiude definitivamente. Con l’archiviazione e, quindi, senza colpevoli per quello che per la giustizia italiana è stato solo un terribile incidente. La Cassazione, ieri, ha rigettato il ricorso presentato nei mesi scorsi da Filippo Pappalardi, papà dei due ragazzini, contro l’archiviazione dell’indagine sulla morte dei suoi figli. Ciccio e Tore, 11 e 9 anni, scomparvero il 5 giugno del 2006 e furono ritrovati senza vita in una cisterna abbandonata 20 mesi più tardi. Il 31 marzo 2015 il Tribunale per i minorenni di Bari aveva archiviato l’ultimo procedimento ancora pendente, avviato sulla base di una denuncia di Pappalardi: l’uomo chiedeva di verificare e approfondire le dichiarazioni rese anni fa da un uomo di Gravina. Stando al suo racconto, la sera in cui scomparvero Francesco e Salvatore erano in compagnia di alcuni ragazzi. Pappalardi, rappresentato dall’avvocato Maria Gurrado, aveva impugnato l’archiviazione proponendo ricorso in Cassazione e chiedendo che venissero risentiti i ragazzi, all’epoca minorenni, che sarebbero stati visti quella sera con i suoi figli. Secondo i giudici della Suprema Corte, però, non ci sono elementi nuovi che consentano di riaprire il caso. Sulla morte dei due bambini anche la Procura ordinaria aveva aperto un’indagine che portò addirittura all’arresto del padre accusato di averli sequestrati e poi uccisi. Dopo il ritrovamento dei corpi l’uomo fu scagionato. Per quella ingiusta detenzione Pappalardi ha ottenuto nel settembre 2014 un risarcimento.
“Non ci sono prove”, archiviata l’inchiesta sulla morte dei fratellini di Gravina
Pubblicato da: Vincenzo Damiani | Mer, 22 Marzo 2023 - 09:16
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