La primavera nelle campagne pugliesi è vero sollievo del cuore e dell’anima, tra le immagini naturali più incantevoli d’Italia. Anche per chi ci bazzica, si scoprono sempre strade nuove, come la provinciale Noci Mottola, che alterna piane assolate e ombre di boscaglia.rnrnI Pantoni, agro locale, è terra storicamente vocata per il Primitivo, ma snaturata dagli espianti degli anni 80-90 in favore degli allora modaioli vitigni internazionali.rnrnÈ proprio qui che nasce e cresce Pantun, eccellente etichetta nostrana.rnrn[foogallery id=”15485″]rnrnÈ il figlio di una tedesca e di un pugliese, appassionati della terra e dei suoi prodotti.rnrnLa storia è quella di un piccolo rudere e di pochi ettari avuti dai genitori; il presente è la ricerca continua verso una loro perfezione.rnrnHanno messo due brandine nella casupola e impiantato le prime vigne una quindicina d’anni fa, si sono rimboccati le maniche e ci hanno creduto.rnrnI primi anni vendevano le poche bottiglie disponibili agli amici e nei mercatini; è ormai famosa la manifestazione “La Terra trema”, in locali occupati come il Forte Prenestino a Roma o il Leoncavallo a Milano.rnrnRicevono poco a poco conferme, anche da piattaforme parallele come “Genuino clandestino”: una denuncia dell’ambiguità normativa italiana in materia di norme igienico-sanitarie, calzanti per le macro imprese ma fuori portata per le piccolissime produzioni e la vendita diretta.rnrnEd è così che gli ettari aumentano e le spalle si rafforzano, fino a costruirsi una casa più grande, una piccola ma organizzata cantina e le prime legali etichette.rnrnLe vigne sono piene di energia e vita. Sotto il noce hanno lasciato riposare la placenta del figlio. Mi mettono il loro terreno nella mano destra, e quello dei loro vicini nella sinistra: il primo profuma di fieno, erba tagliata e fango; il secondo è completamente inodore. Pazzesco, considerando i 20 passi che li dividono.rnrnVinificano sia in acciaio che in legno, bevono, si criticano, non ci dormono la notte. Fanno assaggiare annate diverse per capire da che punto quadrare il cerchio; vogliono crescere, correggere l’errore di quel raccolto o di quella scelta di affinamento.rnrnOra pensano anche a un buon bianco, di cui fanno assaggiare incerti i primi esperimenti. Oltre al Fiano Minutolo, pensano al Bianco d’Alessano e alla Malvasia di Candia, uve poco valorizzate, ma dall’alta carica espressiva.rnrnÈ bello vivere con loro i tentativi di diventare migliori e più completi, il non accontentarsi “quasi” mai: non c’è un enologo a dettare ricette, ma l’assaggio costante e maniacale, il saper ascoltare le proprie vigne e il loro vino.rnrn
rnrnPer ora sono nate ottime bottiglie, che rispecchiano fedelmente la differenza climatica delle varie annate, il periodo di raccolta e i tempi e modi dell’affinamento. Un esercizio di degustazione davvero interessante, che farà parlare di questa cantina come una delle più sane, pulite e buone di Puglia.C’erano una volta una tedesca, un pugliese e un rudere
Pubblicato da: Francesca Mosele | Mer, 22 Marzo 2023 - 09:14
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