BARI – Quando si parla di balneazione a Bari è facile cadere in eccessive semplificazioni. La convinzione generale è che l’acqua marina sia sporca e che fare il bagno possa creare problemi di salute.rnI datirnIl mare nella nostra città non è inquinato. Lo confermano i dati dell’Arpa – l’Agenzia Regionale per la Prevenzione e la Protezione dell’ambiente – che mensilmente pubblica un bollettino in cui analizza la presenza di due batteri (l’enterococco intestinale e l’escherichia colli) nell’acqua dei lidi pugliesi. Analizzando i bollettini del trimestre giugno, luglio e agosto 2015 emerge come i livelli dei due batteri in tutti i lidi baresi sono sempre di molto al di sotto della soglia di pericolo. Nel periodo estivo i valori si avvicinano allo zero e sono leggermente più elevati a settembre, quando ormai la stagione balneare sta volgendo al termine. Lo conferma anche Goletta Verde nel rapporto annuale dello stato di salute delle acque italiane di Legambiente: in Puglia, infatti, solo i campioni raccolti a Bari e in provincia hanno una quantità di batteri inferiore al limite che per legge indica un tratto d’acqua inquinato. I prelievi effettuati nelle altre 4 province hanno invece sempre evidenziato almeno un campione di acqua fortemente inquinato.rnLa questione Pane e PomodorornLa spiaggia di Pane e Pomodoro merita un discorso a parte. A pochi metri dalla sabbia sfocia la condotta Matteotti che ha un ruolo fondamentale nel fenomeno di intorbidimento delle acque, inevitabile in caso di pioggia. Ad ogni precipitazione la paratia che separa la fogna bianca dalla nera si apre e i liquami si riversano in mare. Raggiungendo il lido. Scatta così il divieto di balneazione e Pane e pomodoro viene transennata per giorni. L’amministrazione ha in progetto l’allungamento della condotta di un chilometro e mezzo in maniera tale da allontanare i liquami dalla spiaggia, ma per il momento si è ancora in fase di progettazione.rnIl fenomeno dell’alga tossicarnLa presenza dell’alga tossica in Puglia è stata accertata nel 2001, anno in cui il bollettino dell’Arpa determinò i primi allarmismi tra i bagnanti.rnAllarmismo che si ripresenta, puntuale, nel mese di luglio, quando l’alga tossica torna ad occupare tratti di costa pugliese. Occorre però sapere che il fenomeno è molto circoscritto nel territorio barese. L’Ostreopsis Ovata, che può provocare tosse, febbre e irritazioni cutanee, interessa solo le aree costiere scogliose, in cui trova l’ambiente ideale per riprodursi e sopravvivere, e si diffonde in condizioni meteorologiche specifiche (vento forte e mare mosso). A Bari, infatti, ha interessato solo le zone di Palese e Santo Spirito, concentrandosi lo scorso anno nella zona del lido Dieci Venti, quella che era la spiaggia del dopolavoro dei ferrovieri (allora si chiamava lido Lucciola), a partire dalla seconda metà di luglio. Ma basta avvicinarsi alla zona di San Giorgio, all’altezza del lido Trullo, e già i livelli si attestano su valori moderati.
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