BARI – Tutor usati come uscieri, segretari o semplicemente per occupare una scrivania. È il quadro che è stato tracciato nel corso dell’ultimo cda in Ateneo, sulla base anche delle valutazioni espresse dagli studenti. Sono nove i dipartimenti che perdono borse di studio riservate ai tutor e solo quattro che se le vedono aumentare. Passando quindi dalle 113 dello scorso anno alle 104 di quest’anno. Perdono borse i dipartimenti di Giurisprudenza, di Lettere Lingue e Arti, Scienze della Formazione, Scienze dell’Antichità, Scienze economiche, Studi aziendali e Medicina (con ben tre tutor in meno) e le aree Relazioni internazionali e Orientamento allo studio.
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Una situazione critica considerando l’importanza del servizio di tutorato, fondamentale per aiutare i ragazzi in difficoltà, ma che attualmente non porta i risultati sperati. “In cda – spiega Carlo De Matteis, consigliere di amministrazione per la coalizione Up – ho evidenziato la critica situazione dei tutorati, in netta diminuzione rispetto all’anno passato nonostante un cospicuo stanziamento proveniente dal Ministero. Ma oltre alla preoccupazione per le borse diminuite e oramai ridotte a circa 100 per oltre 46mila studenti, è il significato del tutorato che mi preoccupa fortemente”.
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Da qui l’invito al rettore Antonio Uricchio a progettare programmi ad hoc, affinché siano privilegiati i supporti didattici e siano creati percorsi formativi integrativi. “È importante che ci sia un reale legame tra il personale preposto nei singoli dipartimenti a seguire i tutor e l’attività che viene effettivamente svolta – conclude De Matteis – Abbiamo chiesto un incontro a breve per programmare le attività del 2016 raggiungendo un accordo: utilizzeremo quest’anno per gettare le basi per un nuovo modo di pensare il tutorato e l’anno prossimo stanzieremo una cifra significativa per far sì che il numero di borse aumenti e coinvolga un numero sempre crescente di studenti. È necessaria anche una maggiore pubblicità di questa opportunità”.
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Sempre in cda si è dato il via libera all’aumento dei dottorati, che passeranno da 90 a 97. Questo è stato possibile grazie ai cinque per mille devoluti all’Ateneo. Da 86 mila euro del 2013 si è passati ai 113mila del 2014.