BARI – Presunte irregolarità nel concorso per l’abilitazione alla professione di avvocato. E’ quanto hanno scoperto i carabinieri che hanno arrestato Tina Laquale, 63 anni, ex funzionaria della facoltà di giurisprudenza, ora in pensione, Innocenza Losito, responsabile dell’ Unità di controllo dell’Adisu Puglia (Agenzia Regionale per il Diritto allo Studio Universitario) e l’avvocato Giuseppe Colella, del foro di Bari.
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La complessa attività investigative dei carabinieri – coordinate dal pubblico ministero Luciana Silvestris – ha consentito di accertare come, mediante un’articolata rete di rapporti interpersonali e di comunicazioni telefoniche e telematiche con “whatsapp”, un “gruppo di lavoro” riunito in un appartamento adibito a “centrale operativa” agiva, con la collaborazione del professionista e di altri esperti in materie giuridiche, redigendo gli elaborati di esame che venivano successivamente portati nei padiglioni della Fiera del Levante dove si svolgevano le prove scritte e consegnati ad alcuni degli esaminandi.
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Nel mese di dicembre 2014, proprio in concomitanza con lo svolgimento della prova scritta, i militari – avendo notato comportamenti anomali da parte dei componenti della commissione e delle funzionarie dell’Università – sono intervenuti sequestrando gli smartphone in uso a queste ultime che riportavano le foto delle tracce d’esame in precedenza ricevute, oltre a numerosi elaborati introdotti all’interno del luogo di esame. Quindici le persone coinvolte nell’inchiesta, tra loro alcuni aspiranti avvocati che avrebbero ricevuto i compiti.
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