BARI – Da 120 società partecipate a 40. L’Università di Bari taglia drasticamente i rami secchi, quelle aziende che producevano solo perdite, prive di un business plan o di una qualsiasi programmazione. La decisione è stata presa in consiglio di amministrazione.
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Resta però l’incognita di Universus Csei, il consorzio universitario per la formazione, al quale aderisce anche l’Università di Bari. Si tratta però di un consorzio in perdita. Per questo il cda ha dato un altro mese di tempo: Universus Csei deve fornire il business plan e una serie di rassicurazioni concrete. Il cda ha chiesto anche di valutare la possibilità di chiudere e di costituire una nuova associazione.
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“Il lavoro di razionalizzazione che il cda si è prefisso continua incessante – spiega Carlo De Matteis, consigliere di amministrazione per la coalizione Up – nell’ultima riunione abbiamo ulteriormente ridotto il numero delle partecipazioni, attenendoci ai business plan, alle capacità attrattive di progetti delle nostre partecipate, alla rendicontazione e alle prospettive di crescita. Il risparmio ottenuto è ancora una volta significativo, e il cda ha inoltre mostrato sensibilità stabilendo ulteriori verifiche per le partecipate in posizione in bilico. Sono soddisfatto del lavoro di razionalizzazione che era un obiettivo di fondamentale importanza”.