Devo essere sincero, qualche giorno dopo il mio insediamento (gennaio 2014) nel Consiglio Generale della Fiera del Levante, fu Gianvito Spizzico a parlarmi delle opere d’arte della Fiera del Levante, tra le quali alcuni quadri e bassorilievi del padre e dello zio, realizzati 50 anni fa. Ebbi l’intuito di parlarne con il Presidente, il professor Ugo Patroni Griffi che, entusiasta della mia idea di rendere fruibili quei beni, non solo sostenne l’iniziativa, ma volle affidarmi delega piena per il settore.
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Premetto che non sono un esperto, ma un cultore dell’arte. Con umiltà chiesi aiuto pubblicamente, sul web, a quanti operavano nel settore, pittori, restauratori ed esperti. Iniziai con loro una serie di incontri in Fiera per visionare una parte di quei beni. Con Gianvito Spizzico c’erano Carla Palone (poi eletta assessore), Domenico Iudice e Marilisa Amatulli. Iniziai anche a pormi il problema finanziario: la Fiera in piena crisi non avrebbe potuto sopportare alcun costo. Si fece avanti Mimmo Trizio che a nome dell’Associazione Orafi di Bari diede la propria disponibilità e con lui l’Associazione Costruttori Edili.
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Ebbi, insomma, un sostegno almeno morale per quello che facevo e iniziai a lavorarci avendo al mio fianco la cara Antonella Daloiso, responsabile dell’Ufficio Relazioni Istituzionali della Fiera del Levante e, nei fatti, la mano operatrice. Pensammo di chiedere il sostegno a quanti operano a Bari nel settore dell’arte trovando la piena disponibilità dell’Accademia di Belle Arti, dal suo Presidente, ing.Giancarlo Di Paola, al suo Direttore, prof. Giuseppe Sylos Labini, ed ai docenti, professori Giustina Coda e Maria Vinella.
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Quel lavoro umile e oscuro ci ha consentito a settembre 2015 di presentare una ventina delle opere più importanti anche grazie al sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Puglia. Ma quello fu solo l’inizio. Iniziammo un lavoro certosino di archiviazione anche sulla base di precedenti lavori fatti da altri funzionari della Fiera sino ai primi anni 2.000.
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Mi pare giusto citare tra questi ultimi il segretario generale, di. Giacovelli, la dott.ssa Ciclaghi ed il pittore barese Mimmo Conenna a parte i presidenti Vittorio Triggiani e Ninì Romanazzi.
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Insomma, le oltre 300 opere di proprietà della Fiera sono state tutte catalogate, fotografate, schedate, stimate con una perizia. Un compito non facile, per le professoresse Coda e Vinella, in quante tante opere, a parte quelle in bella mostra nelle stanza dei dipendenti (bravi nel custodirle gelosamente) versavano in pessime condizioni in alcuni depositi. Di talune opere non è stato possibile conoscere la data di esecuzione e controllare la firma dell’artista o risalire alla data di acquisizione e l’esatta provenienza.
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Ma tutto questo non ha impedito di portare alla luce un vero e proprio tesoro d’arte che, a parte il valore venale, ha un valore storico importante per il sud e per la nostra città. Alcuni di queste opere hanno un valore anche a livello internazione.
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Ora spetta ad altri trovare le risorse perché queste opere d’arte siano offerte alla visione del territorio. I pannelli dei fratelli Spizzico – tanto per citare i più ammirati – rappresentano lo sviluppo del Mezzogiorno, da mondo prettamente agricolo a mondo ormai industrializzato.
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