Due persone possono decidere di sposarsi e fondare una famiglia. Ad un certo punto però possono anche decidere di lasciarsi. Oppure può succedere che, sebbene siano presenti gravi problematiche dovute al rapporto coniugale, decidano di stare insieme per il “bene dei figli”. Può essere una decisione condivisibile ma, come vengono esplorate le conseguenze dei divorzi sui figli, è importante cercare di analizzare cosa può succedere quando non c’è un divorzio ma è presente un conflitto nella coppia, che non è occasionale ma è permanente.
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Sebbene la così detta “famiglia del mulino bianco” non esista è un po’ il sogno di tutti i bambini vedere i propri genitori amarsi e volersi bene, assistere a immagini di amore e affetto, eppure questo non succede sempre, anzi è quasi raro. C’è chi non si ama più ma rimane legato da un sentimento di stima e affetto, c’è chi non si ama più e inizia a sviluppare un certo odio, o semplicemente mal sopportazione, della figura coniugale. I conflitti crescono e bisogna utilizzare le strategie giuste per risolverli, per non far sì che si trasformino in conflitti cronici, ossia quei conflitti che non hanno mai una fine, una risoluzione, che continuano nel tempo e che possono venir fuori sotto varie forme cha vanno dall’urlare, gridare, criticare, incolpare, minacciare, utilizzare violenza fisica e verbale, fino ad arrivare al sarcasmo o peggio ancora al mutismo o all’ignorare l’altro.
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“Noi non coinvolgiamo i nostri figli nelle nostre discussioni” o “i nostri figli non si accorgono dei nostri conflitti” o “loro capiscono che i genitori litigano ma non è una questione che li riguarda” possono essere alcune spiegazioni che la coppia genitoriale tende a dare o ad auto-darsi, ma i figli percepiscono tutto.
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Il sistema familiare non è diviso in due: non ci sono i genitori da una parte e i figli dall’altra. Così come i genitori percepiscono e stanno male quando i loro figli litigano, i figli stanno molto peggio nell’assistere a litigi tra i loro genitori.
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La ricerca ha infatti dimostrato che i bambini possono essere più resistenti e adattabili a situazioni di divorzio che alla presenza continua di conflitti tra i genitori. Maggiore è la tensione tra i genitori, maggiore è la probabilità che questo comporterà difficoltà psicologiche per i bambini, come problemi emotivi e comportamentali, ansia, depressione, disturbi del sonno, bassa autostima, problemi scolastici e altre difficoltà.
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Un bambino che assiste a continui litigi può veder sfumare il suo senso di sicurezza e tranquillità che dovrebbe dargli il sistema genitoriale. Può iniziare a non sentirsi più sicuro, può preoccuparsi della propria sicurezza e della sicurezza dei suoi genitori, anche se non vi è stata alcuna violenza o minaccia. Può iniziare a temere conseguenze negative come divorzio o separazione.
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Non è difficile che quando sono presenti queste situazioni i genitori utilizzino qualsiasi scusa per attaccarsi l’un l’altro e spesso il motivo di attacco può essere il disaccordo sull’accudimento o l’educazione dei figli: “Tu sei troppo severo” o “tu lo vizi”. Il bambino può sentirsi in colpa per il litigio dei genitori, può sentirsi responsabile, cosa che causa molto disagio e stress.
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Altra questione importante è la così detta “triangolazione”: due genitori in conflitto cercano un’alleanza con il figlio, al fine di giungere ad una coalizione. Il bambino può sentirsi disorientato, non sa “da che parte stare”, non vuole offendere l’uno o l’altro genitore. Se va con uno l’altro potrebbe offendersi e viceversa. Questo è davvero molto stressante per il figlio in quanto comporta un conflitto di lealtà.
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Un bambino ha bisogno di sviluppare un rapporto con entrambi i genitori. Ma il fatto che entrambi tendano a parlargli male l’uno dell’altro può in qualche modo indebolire questo rapporto. Se una mamma dice al figlio “tuo padre è cattivo” o un padre dice al figlio “tua madre non ci vuole bene” a lungo andare può creare dei pensieri latenti all’interno del bambino, che non ha la capacità di analizzare e “prendere con le pinze” ciò che gli si viene detto. I BAMBINI NON SONO I VOSTRI CONFIDENTI. Sebbene possa essere forte il desiderio di trovare il loro appoggio, cercate di non farlo e di resistere. I bambini devono identificarsi con entrambi i genitori e non devono sentirsi in colpa per amare ciascun genitore.
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È importante proteggere il bambino dai conflitti genitoriali, imparare a controllarsi, trattenersi o imparando a sviluppare le capacità comunicative. I conflitti ci saranno sempre, le divergenze di opinione non sono sempre qualcosa di negativo ma ciò che è importante è riuscire a gestirle. Ascolto attivo, espressione dei sentimenti, capacità di coping, utilizzo di strategie di negoziazione si può cambiare il tono emotivo nella vostra famiglia: da ostilità e conflitto a rispetto e cooperazione.
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Quando due genitori mettono in atto modalità di relazione basate sul conflitto le ripercussioni si riversano sul figlio: può diventare aggressivo, o introverso, può diminuire il suo rendimento scolastico, può ritenere di essere il colpevole, può sviluppare la paura di lasciare da soli i propri genitori in quanto potrebbero farsi del male. Il conflitto conico tra genitori è noto per essere dannoso per i bambini e può comprometterne lo sviluppo normale.
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La maggior parte delle volte può essere difficile riuscire a risolvere questi conflitti da soli. Bisogna prenderne consapevolezza e cercare un aiuto esterno. Parent-training, psicoterapia familiare, semplici consulenze possono essere necessarie non soltanto in situazioni particolarmente compromesse ma anche quando semplicemente ci sono diversi stili genitoriali, un aiuto a capire come è possibile farli incontrare, intrecciare e farli lavorare insieme può essere indispensabile.
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Ricordate : Per crescere un bambino felice bisogna essere un genitore felice (cit.)