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Batman v Superman: Dawn of Justice, attesissimo cinecomic diretto da Zack Snyder, è finalmente arrivato nei cinema italiani, generando, sin dal primo giorno, una forte spaccatura nella critica e nel pubblico, tra chi vede in questo film una fantastica e moderna epica, e chi trova nel lungometraggio qualcosa di radicalmente insufficiente. Niente mezze misure, insomma.
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Prima di addentrarci in un’analisi più critica del film che ha portato per la prima volta sul grande schermo gli iconici personaggi dei fumetti DC Comics di Batman e Superman (e Wonder Woman), riepiloghiamo la trama, cercando di evitare i pericolosi e temuti spoiler.
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La storia si apre mostrandoci gli eventi già narrati ne L’Uomo d’Acciaio (film sempre diretto da Snyder e prequel ufficiale di Batman v Superman) dal punto di vista dell'”uomo comune”, in questo caso Bruce Wayne, che di comune in realtà ha ben poco essendo l’alter ego del Cavaliere Oscuro. Wayne si trovava a Metropolis durante la cataclismatica battaglia tra Superman e Zod, e assistette impotente alla distruzione della città (compresa quella del palazzo della Wayne Enterprises) e alla morte di migliaia e migliaia di persona (compresi i suoi dipendenti), senza poter fare nulla. Del resto, in cielo si affrontavano due alieni praticamente onnipotenti.
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Diciotto mesi dopo questi eventi, molte cose sono cambiate. Superman continua la sua missione in difesa dell’umanità, proteggendo gli innocenti a livello globale, mentre Batman è tornato in azione, dopo anni di inattività, in una maniera molto più violenta e brutale rispetto al passato. L’apparizione di un essere virtualmente capace di assoggettare al suo volere l’intera razza umana non ha lasciato indifferente il Cavaliere Oscuro di Gotham City, il quale ha messo in moto un complesso piano volto a fermarlo una volta per tutte. Ma Batman non è l’unico dal quale l’Uomo d’Acciaio si deve guardare: a causa di un presunto incidente diplomatico (che in realtà è un complotto ordito da un misterioso individuo), nel quale Superman è intervenuto per salvare la sua amata Lois Lane da un pericoloso dittatore africano, l’opinione pubblica e politica americana ha iniziato a interrogarsi su questa figura. È giusto lasciare il kryptoniano totalmente libero di fare quello che crede giusto, o sarebbe più auspicabile cercare di imbrigliarne il potere e usarlo secondo la discrezione del governo? È questo ciò su cui si interroga la Senatrice Finch, a capo di una speciale “Commissione Superman”.
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Tra le righe di questo intricato e torbido racconto si muove una figura ambigua e controversa: Lex Luthor, geniale e folle magnate che sembra molto interessato a poter dire la sua sulla presenza e le azioni di Superman.
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Nel corso del film, i due eroi protagonisti del film si troveranno a scontarsi duramente, divisi da punti di vista diversi e inconsapevolmente pilotati da Luthor, il quale vuole a tutti i costi la distruzione dell’alieno, che vede come un dio tra gli uomini. Batman e Superman, nonostante le divergenze e asperità, dovranno però unirsi contro una grande minaccia che rischia di spazzare via l’intera umanità. In questa loro battaglia saranno supportati anche da Wonder Woman, Amazzone millenaria il cui ruolo sarà fondamentale in questo scontro.
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Tutto questo sarà però solamente un preludio all’arrivo di un (molto) più grande nemico, che porterà alla formazione della Justice League, il gruppo di supereroi della DC Comics. Del resto, nel corso del film assisteremo all’apparizione di altri metaumani, in attesa di vederli uniti nel sequel di questo film, Justice League – Part One, in arrivo del 2017 e sempre diretto da Snyder.
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Quanta carne al fuoco in questo lungometraggio. Tanta, forse troppa. Non è erroneo affermare che in Batman v Superman vi siano più film in uno. Conseguentemente, il risultato è quello di una narrazione molto, molto densa, e di un non completo sviluppo delle tante trame imbastite. Batman v Superman è quindi un lungometraggio complesso, e forse a tratti persino ostico.
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Ma, nonostante alcuni difetti “strutturali”, possiamo affermare che abbiamo visto un film distinto, per svariati motivi. Innanzitutto, Batman v Superman pone le basi per la costruzione di un universo cinematografico vastissimo, che nel corso dei prossimi anni ci proporrà una moltitudine di film con protagonisti gli eroi DC Comics: non sarebbe stato facile per nessuno costruire delle così impegnative fondamenta senza incappare in qualche fisiologico errore lungo il sentiero.
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Inoltre, l’approccio adottato per questo lungometraggio, sia in fase di scrittura che di regia, è molto distante dal canone pop e fortemente commerciale dei cinecomic moderni. Batman v Superman non è un film impostato per soddisfare la comunque esigua platea dei lettori di fumetti, nerd esperti e affezionati, quanto per dar vita a qualcosa che si avvicina intelligentemente all’epica classica, rielaborata in salsa moderna. Perché Batman, Superman e anche Wonder Woman sono “divinità” moderne, così come il fumetto supereroistico è divenuta ciò che la letteratura classica era in passato: mitologia. E la mitologia è qualcosa di complesso, stratificato, talvolta anche antipatico, perché tratta di “idee”. Lo stesso concetto di “dio” è, se vogliamo, un’idea personificata, il bisogno manifesto dell’essere umano di credere in qualcosa di superiore, di metafisico.
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E Superman e Batman incarnano a pieno tutto questo: il primo è un essere proveniente dal cielo, da un altro mondo che si trovava chissà dove nel cosmo, il quale decide di scendere fra gli uomini e servirli, utilizzando i propri straordinari poteri, mentre il secondo è un normale essere umano che, dopo aver assistito impotente alla morte dei genitori, decide di consacrare la sua intera esistenza a un’idea di giustizia assoluta, elevandosi per divenire una figura totemica dalle sembianze di un pipistrello, che possa suscitare paura nei criminali, razza codarda e superstiziosa, in difesa dell’umanità. Un “dio” che vuole essere un uomo, un uomo che vuole essere “dio”, lo Yin e lo Yang della mitologia moderna. Interessante è dunque scoprire come tra queste due figure così dicotomiche, quasi del tutto antitetiche, ci possa essere un punto d’incontro, una comunione di intenti.
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Dunque, lo sceneggiatore Chris Terrio (che ha lavorato su un precedente script di David S. Goyer), e il regista Zack Snyder scelgono la strada più difficile, decisamente in salita, quella di non accontentare una platea di nicchia, non fornendo un pasto pronto condito con quello che i fan sanno già. Per loro, gli spettatori sono tutti uguali, e Batman v Superman non è un film costruito per quelli che conoscono a memoria i fumetti di Frank Miller, Grant Morrison, e compagnia, i quali si sentiranno probabilmente traditi a causa di ciò.
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Come già detto, questa pellicola è epica classica in formato moderno, con tutti i pregi e difetti che la accompagnano. Per trovare i punti di forza di questo film bisogna metaforicamente scavare, senza pregiudizi, e sapendo perdonare qualche inevitabile incidente di percorso.
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Fatta questa analisi, da un punto di vista più tecnico, abbiamo assistito a un lungo spettacolo che dà più spazio all’aspetto visivo che a quello contenutistico. Il risultato è un storytelling denso e frammentato, che purtroppo va a spezzare più volte il filo emotivo che dovrebbe legare lo spettatore ai protagonisti della storia, che figurano lì, in alto e giganti sul grande schermo, lontani dal cuore della propria audience, come divinità irraggiungibili che si muovono noncuranti dei comuni mortali, sul loro palcoscenico chiamato mondo. Tanto spettacolo, ma poca empatia.
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Ci sono tantissimi altri potenziali spunti di discussione per questo film, ma noi ci imponiamo di affrontarne un altro solo, in una breve analisi dei tre protagonisti, la Trinità dell’Universo DC Comics. Se il Superman di Henry Cavill lo avevamo già conosciuto ne L’Uomo d’Acciaio, e in questo film conferma i punti di forza e i limiti già visti in precedenza (grande presenza fisica, ma poca espressività), abbiamo molto apprezzato il Batman di Ben Affleck e la Wonder Woman di Gal Gadot. Il primo, nonostante le feroci critiche che scaturirono sin dal casting dell’attore, che andava a raccogliere la pesante eredità di Christian Bale, si dimostra adattissimo a questo ruolo e capace di dar vita a un’interpretazione solida e coerente, tutta d’un pezzo, come si confà bene a questo personaggio: in definitiva, questo è il Batman più fumettistico mai apparso sul grande schermo, basti guardare al suo operato come detective, oltre che come giustiziere notturno, e a come utilizza i suoi tanti gadget. Meravigliosa, splendida, luminosa Gal Gadot nei panni della nota Amazzone guerriera, la quale, nella sequenza finale, ruba la scena ai suoi due alleati, e dimostra come questo personaggio femminile sia attuale, e in un certo senso necessario in tale contesto.
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In conclusione, Batman v Superman: Dawn of Justice è un film che farà discutere a lungo, nel bene e nel male. Non abbiamo a che fare con un prodotto perfetto e inattaccabile, ma nemmeno con qualcosa di sgradevole e insufficiente. A una prima lettura, superficiale e forse un po’ “fondamentalista”, la visione potrebbe risultare indigesta, ma con un occhio più attento e privo di pregiudizio, i punti di forza del lungometraggio saranno manifesti, senza per questo ignorarne i difetti, va detto.
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