“Rifioriscano le Università deve essere l’imperativo che ci deve vedere tutti impegnati concretamente, al di là delle appartenenze politiche, nella battaglia giusta che veda unite tutte le istituzioni. Quella che si registra sui temi della Università e della scuola in generale è ormai emergenza cronica dovuta, purtroppo, anche alla perdurante, grave e imperdonabile distrazione della politica. E non solo. Le criticità maggiori sono quelle legate alla distribuzione delle risorse economiche e al turn over. Ma anche al diritto allo studio (in Italia la domanda supera la disponibilità delle risorse), al contratto di lavoro e alle retribuzioni – ferme al 2009 per il personale tecnico-amministrativo e al 2010 per i docenti e tra le più basse d’Europa – e, non ultimi, ai problemi infrastrutturali e tecnologici.
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A farne le spese, neanche a dirlo, sono le Università del Sud.
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L’attuale criterio di assegnazione dei punti organico, per esempio, ci regala una vera desertificazione culturale che si trasforma sempre più in un esodo drammatico. Però, il silenzio diffuso sull’argomento, rotto solo nell’ultimo periodo, da qualche timido accenno, è incredibilmente imbarazzante e vergognoso.
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Il tema dei cosiddetti punti organico – di cui mi sono occupato lungamente nella scorsa legislatura – come previsto sta, di fatto, mettendo in seria difficoltà le Università del Sud con effetti deleteri per un Mezzogiorno che si impoverisce inesorabilmente di ruolo, di attrattività e funzioni. Le conseguenze, se davvero non si cambia rotta, potrebbero essere drammatiche: praticamente verrebbe distrutta la più importante agenzia formativa del Sud, mentre ai nostri ragazzi viene messo in mano un biglietto di sola andata per le Università del nord con pochissime, quasi nulle, speranze di vederli tornare.
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La scommessa è, intanto, riportare nelle sedi istituzionali il nostro grido di allarme di oggi, con iniziative forti e collettive. Dal canto mio, mi farò promotore di una mozione bipartisan che mi auguro questa volta possa rappresentare l’anticamera di azioni concrete da parte del Governo.
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Certo, non può e non deve mancare anche un po’ di sana e costruttiva autocritica per capire, ad esempio, come e se sono stati utilizzati quei 315 milioni di euro stanziati con delibera Cipe nell’ambito di un coraggioso e strategico Piano per il Sud, con cui l’allora ministro Fitto aveva progettato e finanziato (con soldi veri) un programma di rilancio del Mezzogiorno che vedeva nell’ Università un insostituibile e prezioso motore di sviluppo delle politiche economiche e sociali”.
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Luigi d’Ambrosio Lettieri senatore di CoR