La CONSIP – che, su delega dei comuni, aveva indetto una gara per l’affidamento dei “servizi di raccolta rifiuti, raccolta differenziata, trasporto dei rifiuti, igiene urbana e servizi complementari” per i Comuni ricadenti nel territorio dell’ambito di raccolta ottimale BA/4 – ha chiuso la fase di valutazione delle offerte pervenute attribuendo i rispettivi punteggi.
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La gara era strutturata in un unico lotto relativo ai sette comuni dell’Aro Ba/4 (Altamura, Gravina di Puglia, Santeramo in Colle, Cassano delle Murge, Toritto, Grumo Appula, Poggiorsini) per un valore stimato di 143.787.805 euro. La durata del contratto è di sette anni.
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La gara è stata effettuata con la modalità dell’offerta economicamente più vantaggiosa, valutando cioè costo e progetto/organizzazione del servizio, seguendo criteri economici e tecnici che avrebbero portato ad attribuire sino ad un massimo di 55 punti per l’offerta tecnica e sino ad un massimo di 45 punti per l’offerta economica.
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Nove le offerte pervenute.
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La notizia acquisita in questi ultimi giorni è che, a seguito dell’attribuzione dei punteggi, è stata definita la graduatoria delle offerte.
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Il dato clamoroso è che l’offerta della Tradeco, la società che da lungo tempo gestisce il servizio ad Altamura e in altri comuni dell’ambito (come Gravina, Santeramo, Cassano), si è piazzata al secondo posto, dietro quella presentata da un raggruppamento temporaneo di imprese formato dalle società Ambiente 2.0 (società controllata da un gruppo ligure), Navita (di Modugno) e Direnzo (società altamurana).
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Non ci sono ancora atti o notizie ufficiali e inevitabilmente ci sarà una coda di ricorsi e giudizi (quindi ancora per diversi mesi continueremo a subire il regime di proroga a cui ci hanno costretto prima l’amministrazione Stacca e poi quella del sindaco Forte), ma se l’esito dovesse essere confermato, per Altamura è la fine di una stagione.
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Una stazione controversa, difficile, lunga, trentennale.
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Trent’anni durante i quali la politica cittadina è stata dominata (e spesso avvelenata) dalle vicende legate agli interessi del gruppo imprenditoriale Tradeco: ampliamenti della discarica, lodi e transazioni, appalti, condanne della corte dei conti, indagini penali, processi con conseguenti condanne e spesso assoluzioni, operazioni urbanistiche, cava dei dinosauri, ecc..
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Su questi temi sono nate e morte carriere politiche personali e amministrazioni comunali. Per trent’anni.
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Ancora ora. Il pensiero va all’ultima campagna elettorale (e al sostegno diretto e indiretto fornito a questo o quel candidato sindaco o consigliere). Il pensiero, in questi mesi, giorni, va anche ad alcune vicende al centro dell’attuale attività amministrativa: la illegittima supervalutazione deliberata dalla maggioranza del sindaco Forte per la Cava dei Dinosauri (766mila euro per una decina di ettari di pascolo); le ipotesi di transazioni, caldeggiate da qualcuno, per centinaia e centinaia di migliaia di euro finalizzate a definire, “bonariamente”, alcuni contenziosi tra la Tradeco e il Comune in merito al servizio rifiuti.
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La vita politica e civile, in trent’anni, ne è risultata oggettivamente condizionata, spesso degradata, demoralizzata. Oggettivamente, senza stare a puntare il dito contro questo o quello.
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Come ho ripetuto spesso, però, il problema non è stato solo chi, per coltivare i propri interessi aziendali, ha pensato che fosse necessario giocare un ruolo penetrante nella politica altamurana (è sempre avvenuto, dovunque e a tutti i livelli). Il problema per Altamura è stata piuttosto una classe politica che, in settori consistenti e soprattutto in quelli che hanno governato e governano la città, è risultata impotente, succube, incapace di avere un rapporto forte, consapevole, trasparente con gli operatori economici (questo in particolare) della Città.
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In sintesi, il problema non è tanto chi ha condizionato o condiziona, ma chi si è lasciato condizionare o si lascia condizionare.
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Se l’esito dovesse essere confermato, dunque, è davvero finita un’epoca.
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Speriamo nella nuova. In un servizio efficiente, in politiche di riduzione dei rifiuti e delle conseguenti tasse, in imprenditori che fanno il loro, nel loro campo, senza la prepotente ambizione di controllare tutto e tutti.
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La situazione, però, non migliorerà con un nuovo operatore, se non cambia il modo di “essere politica” e di “governare la città”. Con coraggio, autorevolezza, autonomia, nella trasparenza e nelle regole.