BARI – L’Anci, l’associazione dei Comuni, si scaglia contro il piano di riordino ospedaliero firmato dal presidente della Regione, Michele Emiliano. Oggi, alla fine di una riunione fiume e molto accesa, l’Anci ha formalmente chiesto attraverso un documento di rivedere il piano tenendo conto di “cinque punti fondamentali”, altrimenti i sindaci si rivolgeranno al Tar. Durante la riunione erano presenti oltre 50 primi cittadini, il dibattito è stato molto teso. “Tanti miei colleghi sono inferociti”, ammette Perrone. Qualcuno avrebbe voluto passare subito dalle parole ai fatti, organizzando “manifestazioni di protesta forti” e ricorrendo subito al Tribunale amministrativo. Ma alla fine, è stata scelta la strada del dialogo. “A seguito di un articolato dibattito sviluppatosi tra i Comuni – si legge in un comunicato finale di sintesi – rimarcando lo spirito costruttivo teso al dialogo per una effettiva razionalizzazione e miglioramento della sanità pugliese, l’Anci chiede al presidente Michele Emiliano di concordare un percorso condiviso che tenga conto dei seguenti cinque punti fondamentali: organizzazione la rete dell’emergenza/urgenza, quella del 118; programmazione e pianificazione dei servizi territoriali; rivisitazione della rete ospedaliera; indirizzo degli investimenti per ammodernamento delle strutture; organizzazione della rete dei medici famiglia rispetto al territorio”. “Dall’incontro di oggi – prosegue Perrone – è emerso che il piano varato dalla giunta regionale presenta delle criticità. Per questo motivo chiediamo alla Regione di aprire un dialogo e un confronto su alcuni punti che riteniamo fondamentali per rassicurare le comunità rispetto alla tutela del diritto alla salute e per migliorare e razionalizzare il nostro sistema sanitario”. Il piano non ha ancora passato il vaglio del ministero della Salute, il 7 aprile è in calendario la prima verifica tecnica a Roma. Il documento votato dalla giunta regionale prevede la chiusura di due ospedali nel Barese, Triggiano e Terlizzi, 8 in tutta la Puglia. Ma altri centri subiranno ridimensionamenti, come quello di Putignano. Sono cinque gli ospedali principali individuati nel piano di riordino: Ospedali Riuniti di Foggia, Policlinico di Bari, Santissima Annunziata di Taranto, Perrino di Brindisi e Vito Fazzi di Lecce. Sono 11, invece, le strutture di “primo livello”: ospedale Masselli di San Severo, Tatarella di Cerignola, Bonomo di Andria, Dimiccoli di Barletta, Di Venere e San Paolo di Bari, ospedale della Murgia di Altamura ospedale civile di Castellaneta, Camberlingo di Francavilla Fontana, Sacro cuore di Gallipoli, Delli Ponti di Scorrano. Infine, 12 gli ospedali di “base”, qualcuno “rinforzato” con reparti che sulla carta non sarebbero ammessi: ospedale civile di Manfredonia, Vittorio Emanuele di Bisceglie, Umberto I di Corato, Don Tonino Bello di Molfetta, San Giacomo di Monopoli, Santa Maria degli Angeli di Putignano, Ferrari di Casarano, San Giuseppe di Copertino, Santa Caterina di Galatina, ospedale civile di Ostuni, Giannuzzi di Manduria, Valle d’Itria di Martina Franca.
Chiusura degli ospedali, i sindaci minacciano i ricorsi al Tar
Pubblicato da: Vincenzo Damiani | Mer, 22 Marzo 2023 - 09:03
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