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Sicurezza e immigrazione, Alfano: “La città non sarà lasciata sola”

Pubblicato da: Vincenzo Damiani | Mer, 22 Marzo 2023 - 08:59

BARI – “Se si dovesse riaprire la rotta via mare Balcani-Puglia siamo pronti a gestire i flussi migratori, ma con l’Albania e gli altri Paesi stiamo lavorando affinché questo non avvenga”. Lo ha detto il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, al termine del vertice con i prefetti di tutta la Puglia e i rappresentanti delle forze dell’ordine.

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“Bari e la Puglia – prosegue il ministro – non saranno lasciate sole. Noi come Italia stiamo facendo la nostra parte ora pretendiamo che in Europa ognuno faccia la sua. Cioè noi stiamo facendo gli hotspot, gli altri devono prendersi i migranti”. Sulla questione sicurezza, invece, Alfano annuncia: “Da domani primo marzo a Bari arrivano 50 militari, che andranno così a liberare altrettanti uomini delle forze dell’ordine che potranno dedicarsi ad attività investigative. Il Comune di Bari sta per attivare 109 telecamere ultra moderne, che si aggiungono alle attuali 72. In tutta la Puglia attiveranno presto ulteriori 199 telecamere”. In Puglia, ha sottolineato il ministro, ci sono già 15.209 unità di forze di polizia, “una presenza molto forte, rafforzata da oltre 300 militari”.

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Prima della riunione, il governatore Michele Emiliano e il sindaco Antonio Decaro hanno incontrato il ministro. Il primo cittadino ha ribadito le richieste presentate. “C’è stato un incremento di forze dell’ordine ma ho chiesto ad Alfano – ha spiegato Decaro –  di rinforzare gli uffici del tribunale, in particolare l’ufficio gip-gup perché c’è un lavoro straordinario tra la magistratura e le forze dell’ordine, un’attività di indagine molto forte che ha portato a indagini molto importanti che sono state chiuse e purtroppo i gip sono oberati di lavoro e si crea una sorta di collo di bottiglia”.

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Sul pericolo terrorismo e sul tema caldo dell’immigrazione aggiunge: “Il porto di Bari, la città di Bari e credo anche la Regione sono pronti, ma non è un problema che possiamo risolvere né come Comune, né come Regione. È un problema che non è legato solo al nostro Paese, c’è bisogno di una cooperazione europea. È troppo forte il flusso migratorio previsto e ho spiegato che nel nostro piccolo faremo quello che potremo. Ma non essendoci una dichiarazione dello stato di emergenza, diventa difficile per un Comune anche realizzare delle unità abitative mobili. Quindi credo che se ci dovesse essere davvero il flusso migratorio, sarà opportuno nominare un commissario nazionale per l’emergenza immigrazione”.

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“Abbiamo presentato al ministro la situazione – dice Emiliano – almeno dal punto di vista della Regione, dell’ordine e della sicurezza pubblica in tutte le città pugliesi. E’ chiaro che ci preoccupa molto la situazione della Capitanata, in particolare della città di Foggia che è afflitta da fenomeni estorsivi molto gravi. Abbiamo preoccupazioni molto serie anche per Taranto dove l’episodio dell’omicidio di tre sere fa è estremamente preoccupante, perché è avvenuto con armi pericolosissime da guerra e soprattutto è avvenuto nell’ambito di traffici di stupefacenti. Le  Dda di Lecce, come quella di Bari hanno dato ultimamente risultati importanti, in particolare proprio nella città di Brindisi è stata praticamente individuata una nuova Sacra Corona Unita giovane, fatta di rampanti che collegandosi ai vecchi riti, alle vecchie alleanze e ai vecchi capi, stavano cercando di colonizzare il capoluogo. In generale la situazione della Puglia è tenuta molto sotto controllo. Un segnale importante – prosegue Emiliano – che deve anche passare da un rafforzamento di tutti gli organici della magistratura, quella pugliese è dimensionata più o meno alla metà di quella napoletana, catanese o palermitana o di Reggio Calabria e questa cosa non può proseguire, non si può certo risolvere il problema degli uffici giudiziari baresi solo con l’applicazione di un gip per sei mesi. Occorre rinforzare gli organici e da questo punto di vista scriverò al ministro della Giustizia, perché – conclude –  questa è una storia che dura da tantissimi anni e l’impegno e il lavoro delle forze dell’ordine non può essere rallentato dalla mancanza degli organici dei giudici che devono valutare queste carte”.

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