BARI – Commercianti invitati a “pagare” tra i 100 e i 150 euro a settimana per “stare tranquilli”. Ma al clan Diomede non bastava. Pretendevano che acquistassero da loro buste di plastica usate per la spesa. “Vennero da me e mi dissero che io avrei dovuto comprare da loro quel material”, racconta un commerciante del rione Carrassi. Spesso gli affiliati al clan andavano a fare la spesa senza pagare il conto. Lo racconta agli investigatori una delle tante vittime: “Viene una volta alla settimana circa e gli servo carne per un valore di 15/20 euro per volta. Questo avviene da 8/9 mesi. Qualche volta vengono dei ragazzi che mi dicono “hai preparato la spesa di Franco?”. Quando viene lui mi chiede “ti jà dà qualche cos?” e gli rispondo: “fai tu!”. Lui non paga mai e io non lo faccio pagare perché non so che cosa può succedere se io gli dovessi chiedere i soldi. All’inizio ha pagato qualche fornitura dopodiché, da quanto ho saputo chi era non mi ha pagato più niente”. Minacce continue quindi. Come a Natale scorso quando alcuni commercianti sono stati obbligati a consegnare a Francesco Diomede un cesto natalizio. E carne a volontà.
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L’operazione – condotta dagli investigatori della squadra mobile diretti da Luigi Rinnella – è iniziata a ottobre scorso in seguito alle segnalazioni dell’Associazione antiracket. Cinque le ordinanze di custodia cautelare emesse dal gip Francesco Agnino su richiesta del pm Roberto Rossi. Tra i destinatari Francesco Diomede, capo dell’omonimo clan di Carrassi. Le accuse sono – a vario titolo – di estorsione aggravate e violazione della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno.
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Grande soddisfazione è stata espressa dal questore Antonio De Iesu che assicura: “Questa operazione è solo l’inizio di un percorso. Importante è che in tutti i commercianti ci sia la consapevolezza che è indispensabile la loro collaborazione. Noi li accoglieremo e, prima di tutto, li difenderemo e li tuteleremo”.
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