Le immagini prodotte da Link su Facebook
BARI – Prima l’appello degli organizzatori dell’evento con Mario Adinolfi, ideatore del Family day, poi la conferma del rettore Antonio Uricchio. Il convegno in programma venerdi pomeriggio nel palazzo delle ex Poste dell’ Universita’ di Bari si terra’.
Gli organizzatori
A richiedere questa mattina un presidio delle forze dell’ordine (“per evitare degenerazioni- spiegano gli organizzatori dell’evento di venerdì – come è accaduto con Giorgia Meloni sempre all’Università di Bari”) e l’intervento del sindaco Antonio Decaro e del presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, ad esprimersi in merito al dibattito sollevato dall’associazione studentesca Link sul convegno in programma venerdì nel palazzo delle ex Poste dell’Università di Bari, al quale parteciperà Mario Adinolfi, direttore de “La Croce” sono stati Marcello Gemmato, presidente associazione Levante e organizzatore dell’evento e Filippo Melchiorre, consigliere comunale di Fratelli di Italia. Sotto accusa le associazioni, tra le quali Link, che hanno chiesto al rettore di sospendere l’evento per la presenza di Adinolfi, “noto – scrivono gli studenti – per le dichiarazioni omofobe e discriminatorie”.
“Dopo l’ennesimo attacco da parte dei soliti studenti facinorosi per un convegno avente ad oggetto ‘La famiglia al centro dell’uomo’, che ha tra i relatori Mario Adinolfi, direttore de “La Croce” – scrivono Marcello Gemmato e Filippo Melchiorre, vice presidente della commissione Cultura al Comune – chiediamo al governatore della Puglia, Michele Emiliano (come già ha fatto in passato alla presenza di Giorgia Meloni) e al sindaco Decaro di intervenire per garantire a tutti la libertà di parola ed espressione, allontanando proteste, boicottaggi e campagne mediatiche discriminatorie. L’effettiva libertà di espressione, fino a prova contraria, non è appannaggio solo di chi la pensa in un certo modo. Mario Adinolfi, vittima degli attacchi di una sedicente associazione di sinistra, è stato tra l’altro parlamentare – concludono – e fondatore del Pd ed ha anche partecipato alle primarie del Partito democratico per diventarne anche segretario. Siamo di fronte al paradosso della sinistra che attacca un esponente di sinistra”.
La replica di Link e le immagini su Facebook
E al rettore che ha confermato l’evento, i ragazzi ragazzi di Link e le associazioni che stanno sostenendo la protesta replicano. “Il rettore non solo viene meno al suo ruolo di garante dell’Università degli Studi di Bari, violando apertamente lo Statuto che dovrebbe rappresentare – scrivono in una nota – ma rovina, ci verrebbe da dire per l’ennesima volta, l’immagine dell’Istituzione agli occhi dell’opinione pubblica, compromettendone definitivamente la reputazione. Perché se da un lato il calo delle iscrizioni è legato alle minori possibilità economiche delle famiglie, dall’altro che motivazioni può avere una persona ad iscriversi presso un ateneo che ospita simili iniziative?”. I ragazzi ricordano inoltre che il convegno si terrà nell’aula intitolata a Valeria Solesin, la ricercatrice italiana uccisa negli attacchi terroristici di Parigi. “Come se non bastasse – aggiungono – assistiamo all’ipocrisia di ospitare l’evento nell’aula intitolata a Valeria Solesin, la ricercatrice impegnata nello studio delle questioni di genere e nella denuncia delle diseguaglianze tra i sessi, deturpandone in modo irreparabile la memoria”. Da qui l’appello alle istituzioni. “Decaro e Emiliano devono prendere posizione contro simili iniziative, senza lasciare spazio ad ambiguità e dichiarando che odio e discriminazione non possono trovare spazio nelle nostre città”. Intanto i ragazzi hanno cambiato l’immagine del profilo su Facebook con lo slogan: “Adinolfi all’Uniba? Nessuno spazio per omofobi e sessisti”.
L’Ateneo risponde
L’Università di Bari ha appena diffuso una nota sulle polemiche sorte. “L’Ateneo condivide l”esigenza rappresentata dalle associazioni studentesche di ribadire il carattere laico e pluralista dell’Università, aperto alla diversità delle opinioni e alla libera espressione delle stesse. L’Ateneo barese informa la sua attività alla promozione dei valori costituzionali della non discriminazione e dell’uguaglianza di tutti i cittadini (e non) dinanzi alla legge, senza distinzioni di religione, cultura, condizioni sociali e orientamento sessuale per riconoscere, praticare e garantire le libertà di pensiero e di espressioni rifiutando la censura. L’Università di Bari concede l’uso dei suoi spazi ai soggetti della società civile, dunque alle associazioni culturali, che si fanno promotori di dibattiti di tipo culturale su temi di interesse generale, quale quello della famiglia e del rapporto con la società contemporanea, investita da processi di cambiamento di rilevanza storica”. Il comunicato si conclude con l’auspicio che “il confronto e il dialogo su questi temi sia sempre caratterizzato dalla tolleranza e dal reciproco rispetto e finalizzati al progresso morale e materiale della società” .