“Le ragazze volevano David Beckham perché era perfetto, ma lui era una persona impeccabile e non tradiva la moglie. Io invece… Ero sessodipendente. Avevo questa possibilità: ero Cassano, il giocatore del Real Madrid. Se avessi fatto qualsiasi altro mestiere non mi avrebbe guardato nessuno, nemmeno mia madre. Sono una brava persona, ma non sono bello”: con un’intervista rilasciata al quotidiano spagnolo ‘As’ Antonio Cassano da un lato ha raccontato la sua esperienza a Madrid ma dall’altra ha indicato – a futura memoria – tutti gli errori che hanno reso il suo un talento sprecato nel calcio internazionale. In questa breve sintesi c’è un vero manuale con tutte gli eccessi che hanno dilapidato la straordinaria qualità calcistica del “Pibe de Barivecchia”.
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Il pensiero fisso, le donne
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“A 20 anni si ha una forza tale da fare sesso tutti i giorni e le occasioni non mi sono mancate. A Madrid arrivai a pesare 93 kg. Avevo un amico lì a Mirasierra, alle 10 mi portava in appartamento tutto il cibo che volevo. La sfortuna era che quando si giocava fuori casa… lui non ci fosse!. Beckham? David era perfetto, ma era una brava persona. Il 100% delle ragazze volevano conoscere lui e non me, ma non era possibile perché lui era sposato. Io, invece, ero quello che… beh, avevo la ragazza, ma un mese dopo… Cibo, sesso e calcio? Perfetto! Anziché 82 chili ne pesavo 95. E’ stata la cosa migliore, fino al 2 febbraio 2008. Poi ho incontrato mia moglie. Ma fino al 2008 sì”.
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L’arrivo a Madrid
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“La Roma di Spalletti voleva mandarmi via. Bronzetti mi disse: ‘Antonio, vai nella più grande squadra di sempre’. Gli risposi: ‘Qual è la più grande squadra di sempre’. Lui disse: ‘Il Real’. Allora io mi lamentai: ‘Ernesto, non prendermi il c…’. E’ venuto a casa mia e mi ha passato al telefono Florentino. Non potevo dire di no a Madrid. Molte persone avrebbero pagato per giocare lì. Era il Madrid del Galacticos: Zidane, Figo, Raul, Beckham, Guti, Roberto Carlos, Casillas…”.
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Il rapporto con Totti
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“Avevo solo 18 anni e, da quando ero piccolo, avevo sempre voluto giocare con Totti. Francesco è un uomo fantastico. Ho vissuto da lui per sei mesi, poi abbiamo litigato per mancanza di rispetto e lui smise di parlarmi per due anni. Alla vigilia di un 4-0 contro la Juventus ho rubato le chiavi di Trigoria e sono tornato alle sei . E il giorno dopo ho vissuto la mia migliore notte in un campo da calcio: ho provocato un rigore e segnato due gol”.
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Le sue squadre del cuore (non c’è il Bari)
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“Nel mio cuore ci sono solo tre squadre: Samp, Inter e Parma, il Real l’ho dimenticato. Al Real ho giocato pochissimo, per colpa mia, sia chiaro, ma anche perché in quella squadra giocavano giocatori fortissimi come Ronaldo, Zidane e Raul”.
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Il video dell’intervista sul sito del quotidiano sportivo madrileno As
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